La Giornata nazionale del 15 novembre

Bergamo non si tira indietro: nella Colletta Alimentare di quest’anno raccolte 206 tonnellate di cibo

Con le sue donazioni e i 260 supermercati aderenti tra città e hinterland, la nostra è la provincia più generosa di tutta la Lombardia

Bergamo non si tira indietro: nella Colletta Alimentare di quest’anno raccolte 206 tonnellate di cibo

Siamo una delle province più generose della Lombardia. Quest’anno, durante la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare (tenutasi sabato 15 novembre), nei supermercati della città e della provincia di Bergamo sono state raccolte 206 tonnellate di cibo. Un numero enorme, frutto di una giornata molto partecipata, nonostante la pioggia.

Nella Bergamasca hanno aderito 260 supermercati, aprendo le porte a una raccolta di prodotti a lunga conservazione: riso, sughi pronti, tonno, olio, legumi e verdure in scatola, conserve di pomodoro, carne in scatola, alimenti per l’infanzia e tanto altro.

Che cosa è la Colletta

La Colletta, ormai appuntamento fisso dal 1997, si basa su un gesto semplicissimo: aggiungere al carrello un prodotto in più e donarlo a chi è in difficoltà. Ma quando questo gesto lo fanno migliaia di persone, l’effetto è incredibile. Come riporta Bergamo News, in tutta Italia sono state raccolte 8300 tonnellate di alimenti, che andranno a sostenere 7600 strutture caritative e 1,8 milioni di persone.

In Lombardia, invece, grazie a 46mila volontari presenti in 1820 punti vendita, sono state raccolte 1950 tonnellate, e Bergamo – con le sue 206 – si conferma tra le province più generose.

Una persona ha donato 500 chili di pasta

Il bello della Colletta è che raccoglie sempre un po’ tutti i tipi di persone: giovani, pensionati, famiglie, alpini, gruppi associativi. Tutti insieme, si sono ritrovati con le pettorine arancioni davanti ai supermercati, pronti ad accogliere i doni. Anche Poste Italiane ha partecipato, mettendo a disposizione tre mezzi aziendali a basse emissioni per il trasporto degli alimenti raccolti nei vari punti vendita.

E come succede spesso, anche quest’anno non sono mancati gesti fuori dal comune. Come ha riportato L’Eco di Bergamo, in un supermercato della zona del Sebino un signore ha acquistato 500 chili di pasta in una sola volta, svuotando lo scaffale. Uno tra i tanti episodi che raccontano bene lo spirito della Colletta, che da più di vent’anni continua a mobilitare milioni di italiani.

Un bilancio positivo

Secondo il Banco di Solidarietà di Bergamo, il bilancio provinciale è molto positivo. L’anno scorso sono stati raccolti tra i 400 e i 500 bancali, quest’anno il bilancio è ancora in corso, ma i primi risultati vedono oltre 400 bancali scaricati già la sera stessa, con gli alimenti che verranno distribuiti tra dicembre e gennaio a circa 80 comunità tra Caritas e realtà sociali del territorio.

Il cibo come simbolo di solidarietà 

Il Banco Alimentare, in occasione di queste giornate nazionali, insiste sul valore della relazione attraverso i prodotti alimentari. In un momento in cui molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese, cresce anche il bisogno di sentirsi parte di una comunità. Secondo il rapporto Istat diffuso tre giorni fa, nel 2024 in Italia la percezione del rischio di cadere in povertà è al 18,9 per cento rispetto a una media Europea del 16,2 per cento.

Il cibo, quindi, non è solo un aiuto materiale, ma un modo per costruire legami e vicinanza. Un modo per fare comunità e  non lasciare nessuno da solo.

Una rete nazionale 

La Colletta Alimentare, che prosegue online fino al 1° dicembre, rientra nella Giornata Mondiale dei Poveri 2025, a cui la Fondazione Banco Alimentare Ets aderisce ogni anno. L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio del Presidente della Repubblica, che ha donato personalmente anche questa volta, e l’Alto Patronato della Presidenza stessa.

Accanto al Banco Alimentare collaborano molte realtà: dalla Federazione Italiana Società di San Vincenzo De Paoli all’Associazione Nazionale Alpini, dall’Aeronautica ai Lions, fino alla European Food Banks Federation. Una rete ampia, che sostiene un lavoro che dura tutto l’anno e che punta non solo a recuperare cibo e ridurre gli sprechi, ma a creare comunità più solide e inclusive.