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Un capolavoro bergamasco torna a casa: il ritratto del Caniana di Fra Galgario è tornato ad Alzano

L'opera sarà di nuovo visibile al Museo di Arte Sacra San Martino da domani, 18 novembre, negli orari di apertura del museo

Un capolavoro bergamasco torna a casa: il ritratto del Caniana di Fra Galgario è tornato ad Alzano

Ad Alzano Lombardo è tornato al suo posto uno dei ritratti del Settecento bergamasco: il ritratto olio su tela di Giovan Battista Caniana, architetto dipinto da Fra Galgario.

Dopo l’esposizione di ottobre a Palazzo Creberg, il dipinto è stato ricollocato oggi (17 novembre) alla sua sede di conservazione, al Museo di Arte Sacra San Martino, completamente restaurato e di nuovo pronto per essere guardato. Continuano quindi le operazioni di riconsegna di 11 dei 14 dipinti restaurati da Fondazione Creberg nel corso del 2025 a cui si sommano le tre pale alzanesi di Cignaroli.

Del progetto “Grandi Restauri”

Il ritorno dell’opera è solo l’ultimo tassello del progetto “Grandi Restauri”, con cui Fondazione Creberg dal 2007 ha recuperato 130 opere del patrimonio artistico locale, tra pale d’altare, dipinti e polittici. Solo quest’anno, oltre al ritratto di Fra Galgario, la Fondazione ha sostenuto anche il restauro delle tre pale di Giambettino Cignaroli, ora esposte proprio ad Alzano fino al 30 novembre.

Il rapporto tra Fondazione Creberg e i musei di arte sacra del territorio è ormai storico e molto solido. L’ente sostiene da anni luoghi che custodiscono una parte importante dell’identità artistica bergamasca, spesso poco conosciuti dal grande pubblico.

Il restauro 

Il restauro del ritratto di Caniana rientra proprio in questa collaborazione di lunga data. L’opera, che presentava seri problemi di degrado, è stata affidata alla restauratrice Fabiana Maurizio, sotto la direzione della Soprintendenza. L’intervento ha restituito colori più belli e brillanti, eliminando vecchi ritocchi, vernici ingiallite e una pesante ridipintura scura che alterava il fondo originale.

Il  ritratto, eseguito a mezzo busto, è tra i più intensi realizzati dal Ghislandi ed esprime un naturalismo sincero e schietto, pieno di espressività e di consapevolezza del proprio lavoro. Gli emblemi della professione sono in primo piano: sullo scrittoio stanno appoggiati i fogli dei progetti che l’architetto sta disegnando con l’ausilio di un compasso. L’abbigliamento è tipico di moltissimi ritratti eseguiti dal frate, caratteristici della moda del Settecento: la camicia candida leggermente aperta sul petto, la casacca morbida di un blu vivace con le maniche staccabili e la stola rosso violacea che gli cinge le spalle. Sul bel volto spicca un naso importante e un’ombra di barba da poco rasata. La bocca, molto espressiva, sembra accennare a un lieve sorriso, forse indice di uno stato di serenità e soddisfazione.

Il Caniana di Fra Galgario

L’opera ritrae Giovan Battista Caniana, nato nel 1671 a Romano di Lombardia, architetto e intagliatore che a lungo lavorò proprio ad Alzano. È noto che Caniana collaborò con Andrea Fantoni agli armadi della sacrestia della Basilica e che realizzò anche il disegno del pulpito.

La restauratrice Fabiana Maurizio al lavoro

Il ritratto, realizzato da Fra Galgario, viene collocato dagli studiosi tra il 1730 e il 1740, anni in cui Caniana avrebbe avuto circa sessant’anni: un’età compatibile con l’immagine del dipinto.

Vittore Ghislandi

Fra Galgario, nato Giuseppe e poi Vittore Ghislandi (Bergamo, 1655–1743), fu uno dei più importanti ritrattisti del Settecento. Si formò tra Bergamo e Venezia, dove lavorò come frate laico ed entrò in contatto con i grandi pittori veneziani del tempo, assorbendo la loro sensibilità dei colori.

Rientrato a Bergamo, sviluppò uno stile tutto suo, fatto di luce, naturalezza e una straordinaria attenzione ai caratteri delle persone. Nei suoi ritratti non c’è solo tecnica, ma anche un modo diretto di guardare l’umanità: ed è proprio questo che si ritrova anche nel volto di Caniana.

L’opera è pronta da ammirare 

Dopo la mostra a Palazzo Creberg e le visite guidate di ottobre, il ritratto restaurato è di nuovo visibile al Museo di Arte Sacra San Martino di Alzano Lombardo dal 18 novembre, negli orari di apertura del museo.

Un ritorno importante, che arricchisce il percorso espositivo del museo e consegna alla comunità alzanese un’opera preziosa.