I carabinieri di Bergamo, la mattina di oggi (19 novembre), sono dovuti nuovamente intervenire in zona stazione – questa volta in via Novelli – per placare un 21enne originario del Gambia in evidente stato di alterazione psico-fisica. Nello specifico, il giovane si stava auto-procurando delle ferite con un coccio di bottiglia.
Il primo intervento e il ritorno in libertà
È necessario scrivere “nuovamente” perché appena 24 ore, cioè la mattina di ieri (18 novembre), lo stesso 21enne era stato fermato dai militari all’angolo tra le vie Novelli e Paglia mentre urlava frasi sconnesse e inveiva contro i passanti. Irregolare sul territorio nazionale e trovato in possesso di 3 grammi di cocaina, in quel caso il 21enne aveva reagito con calci, pugni e spintoni, al punto che si era reso necessario l’intervento del 118. Trasportato all’ospedale di Alzano, era stato dimesso poco dopo con un giorno di prognosi.
Il secondo intervento e l’affidamento alla polizia
A quanto pare, il 21enne avrebbe necessitano di altre cure, visto quanto accaduto la mattina di oggi. In questo caso, il giovane non se la stava prendendo con altre persone, ma con se stesso. I militari, dopo aver isolato l’area per garantire la sicurezza, hanno iniziato a parlare con lui, riuscendo a farlo desistere dall’azione auto-lesiva e a fermarlo.
Anche in questo caso è stato chiamato il 118 e il gambiano è stato nuovamente portato al Pronto soccorso dell’ospedale di Alzano per ulteriori valutazioni cliniche e le cure del caso. Nulla di diverso dal giorno prima, però: il 21enne è stato dimesso con prognosi di un giorno. Questa volta, il giovane è stato poi affidato alla polizia di Stato che, tramite l’Ufficio Immigrazione della Questura, avvierà le procedure per il suo accompagnamento in un Centro di permanenza per il rimpatrio.
«Esigenze di sicurezza e di cura»
I carabinieri spiegano che già ieri l’uomo era stato deferito in stato di libertà alla Procura per i reati di resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità personale e procurato allarme. E aggiungono: «L’operato dell’Arma dei carabinieri, svolto in costante raccordo con il servizio sanitario di emergenza e in piena cooperazione con la polizia di Stato, si è sviluppato nell’ottica della tutela dell’incolumità del soggetto interessato e della collettività, coniugando le esigenze di sicurezza pubblica con quelle di cura e assistenza sanitaria».