Anche se non è un integralista, Raffaele Palladino ha un modulo di partenza preferito (un po’ come tutti i suoi colleghi). E il 3-4-2-1 di cui ha parlato in conferenza, integrato con la dichiarazione sul bisogno di aggredire alti e aumentare il numero di gol realizzati sia puntando sugli attaccanti, sia sui quinti e altri elementi, permette un po’ di tradurre in scelte quelle indicazioni che, a oggi, dipingono un quadro di sostanziale parità nella griglia di partenza dei giocatori che ambiscono alla titolarità.
A Napoli (22 novembre), davanti potrebbero giocare Lookman e Pasalic alle spalle di De Ketelaere, come l’anno scorso, oppure uno tra Krstovic e Scamacca, magari con Samardzic pronto a entrare nelle prime rotazioni.
Sulle corsie esterne, Zalewski e Bellanova sono i più offensivi, Zappacosta il jolly prezioso e Bernasconi il meno “attaccante” del lotto: dipende molto da chi giocherà in mezzo (si parte con de Roon ed Ederson?), ma anche dal lavoro che si chiede ai braccetti, con Ahanor e Kossounou che si giocano una maglia con Djimsiti, a meno che l’albanese prenda il posto di Hien. Ricordando che ci sono anche Scalvini e Kolasinac, ormai pronto al rientro.
Insomma, rosa alla mano le opzioni per “coprire” il 3-4-2-1, ma anche il 3-4-1-2, che ha in mente il tecnico dei bergamaschi ci sono tutte e sono abbondanti. A Napoli sarà curioso vedere scelte e atteggiamento, come si gestiranno le forze e, soprattutto, i cambi in vista dei prossimi impegni e in funzione di quanto la squadra sarà in grado di mettere o non mettere in pratica dei concetti di Palladino.