I casi di influenza, quella classica di tipo A, sono in aumento: lo afferma Regione Lombardia, anche se per il momento non si può chiamare picco. Intanto la campagna vaccinale procede con ottimi risultati, vicinissima al target di 200 mila dosi somministrate.
Diagnosi in rialzo, ma ancora lontane dal picco
Ieri, giovedì 20 novembre, Regione ha confermato l’incremento dei temponi positivi per il virus influenzale di tipo A nelle scorse settimane. Una situazione, specificano, in linea con gli altri Paesi e che deve essere letta come un’anticipazione della stagione influenzale in arrivo. Il picco, infatti, è atteso per le feste natalizie.
Regione ha snocciolato anche alcuni dati, riportati da L’Eco di Bergamo. Il ceppo dell’influenza è stato trovato nel 12,2 per cento dei test prescritti da medici di base e pediatri. Un anno fa era lo 0,9 per cento. 11 per cento nei pronto soccorso, 2 per cento lo scorso anno.
Focolai ancora non ce ne sono: prevalgono, ha spiegato il presidente del sindacato Snami Marco Agazzi, per forme para-influenzali. Non arretra nemmeno il Covid. A pagarne le conseguenze più serie sono gli anziani e qualche accesso al pronto soccorso del Papa Giovanni per situazioni di questo tipo c’è già stato.
All’Asst Bergamo Est parlano di un aumento già registrato fra ottobre e novembre (più 10 per cento di utenti), poi rientrato. Anche qui, ci si prepara al picco tra fine dicembre e inizio gennaio, mentre la situazione appare al momento senza rialzi significativi.
In Bergamasca quasi 200 mila vaccinati
Importante il ruolo svolto dalla vaccinazione. In Bergamasca, al 18 novembre, sono state somministrate 195.054 dosi antinfluenzali. Considerando il target di 200 mila raggiunto negli scorsi anni a fine campagna, il dato è incoraggiante.
25.310 i bergamaschi che si sono vaccinati per il Covid, con una lieve risalita, e 3.111 neonati immunizzati contro l’Rsv, il virus responsabile delle broncioliti. «L’anticipo dei virus influenzali, così come l’ulteriore abbassamento della temperatura previsto per i prossimi giorni, non deve preoccupare, ma ci invita ad agire per tempo: vaccinarsi significa proteggere se stessi e le persone più fragili», ha detto Guido Bertolaso, assessore regionale al Welfare.