per 46 giorni

Ecco le opere della terza edizione di Christmas Design: Bergamo è un “Palcoscenico dell’immaginazione”

Una mostra diffusa tra arte, architetture e luminografie che accompagna la città fino al 6 gennaio nel programma di Natale

Ecco le opere della terza edizione di Christmas Design: Bergamo è un “Palcoscenico dell’immaginazione”

Ieri sera, (venerdì 22 novembre), Bergamo si è accesa nonostante neve, pioggia e il freddo pungente. La terza edizione di Christmas Design – parte del programma “Natale a Bergamo” del Duc (Distretto urbano del commercio) – ha aperto i suoi 46 giorni di arte diffusa con un tour speciale tra le opere e con gli artisti sul posto.

«Le piazze sono palcoscenici della vita collettiva – ha detto Maurizio Vegini, ideatore della manifestazione e direttore artistico sin dalla prima edizione nel 2023 -. Sono molto soddisfatto della crescita di Christmas Design. Diverse aziende che hanno partecipato alle edizioni precedenti hanno confermato la propria presenza e altre realtà importanti hanno deciso di unirsi per condividere con l’intera città il momento delle Feste».

Un palcoscenico diffuso

La città, dalla bassa fino a Città Alta, si è trasformata in un grande “Palcoscenico dell’immaginazione”, come dice il tema di questa edizione: un percorso di 15 installazioni firmate da designer e artisti che portano tra le strade sculture, video animazioni, luci, architetture visionarie e opere partecipative.

Da sinistra Sergio Gandi, Nicola Viscardi e Maurizio Vegini

Un progetto corale che il vicesindaco Sergio Gandi ha definito «un invito collettivo a lasciarsi sorprendere», mentre il manager del Duc, Nicola Viscardi, ha ricordato che «credere nella creatività è fondamentale per costruire un futuro migliore».

Ieri sera i visitatori si sono mossi a piedi fino a Piazza Pontida, sfidando la neve, e da lì hanno proseguito a bordo del bus-giostra di Atb, a sua volta un’opera d’arte, per raggiungere le installazioni più lontane. Così si è aperta ufficialmente un’edizione che, fino al 6 gennaio, invita tutti a immaginare e giocare con la città.

L’arte della luce

“In Darkness, Gaze Upon a Fallen Star” – Cappello d’Oro

La prima parte del tour ha mostrato come la luce possa trasformare i luoghi quotidiani in spazi narrativi.

Davanti all’Hotel Cappello d’Oro, In Darkness, Gaze Upon a Fallen Star dell’artista Francesco Pedrini ha avvolto la facciata in una spirale cosmica, un invito a cercare una «stella cadente anche nell’oscurità». Pochi passi più avanti, il Teatro Donizetti si è trasformato in un planetario pop con Il teatro è, progetto curato da Cieli Vibranti con le illustrazioni di Pier Luigi Longo e le animazioni di Scena Urbana, una cascata luminosa che rende omaggio all’immaginario teatrale.

Sempre sul Sentierone, l’opera Architetti del Sogno, del José Molina Lab, ha suggerito un ponte tra Gaudì e Don Chisciotte attraverso una grande “x” decorata, che invita a credere nella forza dell’immaginazione.

Opere in movimento e spazi da abitare

Un altro filo del percorso era quello del camminare dentro l’opera, attraversarla come una scena.

In via Mazzini, Play dell’artista Filippo Emiliani ha moltiplicato le quinte di un teatro in sospensione, rendendo chiunque protagonista del suo passaggio. Sul Sentierino, invece, proDIGA di Diego Armellini e Giuseppe Lorenzi ha creato la soglia simbolica di una diga fratturata, dove ci si specchia e si scopre che gli ostacoli possono diventare forza.

E ancora, in Piazza Pontida, il visitatore entra idealmente in un territorio sospeso con Memoria Onirica di Giacomo Scarpellini, dove una figura in bronzo avvolta da una nuvola di materiale effimero si rivelerà lentamente nelle prossime settimane sotto l’azione del tempo e del meteo.

Boschi e costellazioni

Il cuore urbano della città bassa si è trasformato in un insieme di spazi abitabili e accoglienti. In Piazza Vittorio Veneto, il Bosco di Natale progettato dalla paesaggista Lucia Nusiner ha ricreato un villaggio incantato con archi di salice, cippato profumato, ghirlande e un grande Albero di Luce alto dieci metri. Una piazza che diventa un bosco.

In via XX Settembre, E uscimmo a riveder le stelle del designer Luca Schieppati ha disposto cinque chaise-longue di marmi policromi in cerchio, un invito a sdraiarsi e guardare il cielo nel mezzo dello shopping.

E poco più in alto, lungo Viale Vittorio Emanuele, Specchi e Radici di Emanuele Grazioli ha trasformato delle poltrone da parrucchiere e mantelle artistiche in un luogo collettivo dove lasciare parole, letteralmente: chiunque può lasciare un messaggio sulle stoffe messe a disposizione dall’artista. Qui la città diventa un salone aperto, dove prendersi cura significa condividere.

Messaggi che illuminano

Alcune installazioni accompagnano la città con parole. Sulla facciata dell’Accademia Carrara, Essere luminosi nel buio dell’artista Emma Ciceri risplende in un corsivo infantile scritto proprio da suo figlio Matteo, una dedica luminosa al pensiero di Etty Hillesum e alla necessità di restare umani anche nel buio.

E anche la grande videoproiezione sul Coin, Il Calendario dell’Immaginazione firmata Dugongo, che si apre giorno dopo giorno come un calendario dell’Avvento contemporaneo, trasforma una facciata commerciale in un racconto.

Come una giostra 

A metà del percorso del tour di venerdì, i partecipanti sono saliti sul bus-giostra Xmas Carousel creato dai designer di Dugongo per Atb. Verde, oro, rosso, decorato come una giostra che gira e fa girare la città, l’autobus è un’installazione in movimento che porta l’arte tra le fermate del quotidiano.

In Città Alta i tre momenti di vita

La parte finale del percorso si è spostata in Città Alta, dove il collettivo Beplano ha costruito un trittico che unisce tre piazze attraverso tre tappe simboliche della vita. In Piazza Cittadella, Attesa (realizzata da Nicro) disegna sette porte luminose che crescono come cresce chi aspetta.

In Piazza Mascheroni, Nascita (Mesh&ArchTb Group) reinventa la capanna della Natività con frammenti metallici industriali trasformati in segno di rinascita. Infine, in Piazza Vecchia, Epifania realizzata da Nicro per Antistatus, fa brillare sei prismi riflettenti attorno alla Fontana Contarini.