C’è un dato che conferma ancora una volta quanto il valore dell’Atalanta 2025/26 sia molto diverso da quello che esprime la classifica del campionato.
I giocatori sono sempre gli stessi, eppure in Europa sembrano giocare in un’altra squadra. Quindi bisogna trovare la chiave giusta anche per rendere in Serie A come si vede nella massima competizione continentale.
Le cinque gare di Champions League finora giocate hanno visto la Dea raccogliere ben 10 punti, con la sola sconfitta contro il Psg a sporcare un percorso fatto di tre vittorie (Brugge, Marsiglia e Francoforte) e un pareggio contro lo Slavia Praga (con la Dea che avrebbe ampiamente meritato il successo).
Con questo percorso si è a 2 punti di media a gara. In campionato, dove i punti sono 13 in dodici gare, la media punti è invece di appena 1,08. Un passo da lotta salvezza, tra l’altro senza aver mai affrontato rivali del livello del Psg. Quella diversità di prestazioni di cui tanto si è parlato nelle ultime settimane, a cavallo dell’esonero di Juric, si traduce anche in una diversità di bottino che non si può ignorare.
Si è parlato di diversità di motivazioni. Può essere, forse è la risposta più semplice che ci si possa dare. Di certo il lavoro di mister Palladino dovrà puntare anche a questo, a tenere il gruppo sulla corda riuscendo a farlo rendere a dovere anche contro Fiorentina, Verona, Cagliari e Genoa e non solo nella serata che ci attende al cospetto del Chelsea (9 dicembre).