Purtroppo, la realtà è semplice: l’Atalanta in campionato non è messa bene e non può far altro che essere calcisticamente… miope. Niente tabelle, niente calcoli, niente sguardi al cammino delle altre squadre: l’orizzonte dev’essere solo la prossima partita, anche nel caso in cui non sia della stessa competizione.
Ottenuti i 3 punti contro la Fiorentina, la Dea è salita a quota 16. Basta, punto: fermiamoci qui. Mercoledì (3 dicembre) c’è la Coppa Italia e contro il Genoa servirà passare il turno per guadagnarsi (probabilmente) la Juventus in casa. Al Verona (6 dicembre) ci penseremo da giovedì.
Lo sappiamo, è complicato non confrontare sensazioni e aspettative con la classifica. Ma dopo il complicato avvio, è giusto pensare solo a fare il meglio possibile per ottenere dei risultati che siano in linea con i valori del gruppo. Ecco, questo potrebbe essere un buon punto di partenza per un’analisi coerente e onesta delle gare che ci attendono: rispetto ai valori che il gruppo può esprimere, la squadra si è espressa al meglio?
Concentrarsi solo sui risultati non vuol dire vivere lontano dalla realtà delle prestazioni. Perché le prestazioni, alla lunga, sono quelle che ti portano ai risultati. L’esempio migliore è proprio la Fiorentina: ieri (30 novembre), in sala stampa, i colleghi toscani sottolineavano come a dicembre ci sia cinque sfide dal peso specifico enorme e in cui sarà obbligatorio fare punti e vittorie.
Uno di loro – il più saggio – ribatteva: se finora la Fiorentine non ne ha vinta neppure una su tredici, come si può pensare di conquistare almeno quattro successi nelle prossime cinque gare? Torniamo alla Dea: data la situazione, la squadra deve pensare una partita alla volta, risalendo a colpi di 3 punti e dandosi la fine del 2025 come prossimo punto in cui guardare (per davvero) la posizione in classifica.