Dopo l’interrogazione dei consiglieri regionali dem Jacopo Scandella e Davide Casati sullo stato del cantiere alla Rsd di Piario, presentata lo scorso 20 ottobre, è giunta la risposta dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso.
La spiegazione sul perché i lavori alla struttura, che ospita ed assiste le persone portatrici di disabilità, dopo lo sgombero dell’estate scorsa non siano di fatto mai partiti, non ha però soddisfatto gli esponenti dell’opposizione.
Un cantiere che non parte
Come noto, dopo quattro mesi di attesa in seguito allo svuotamento dell’edificio, con il trasferimento di personale e ospiti alla Casa di riposo Santa Maria Ausiliatrice di Bergamo, gli interventi di sistemazione e adeguamento antisismico non sono mai cominciati. Il trenta per cento degli utenti proviene dalla Val Seriana e gli spostamenti continui dei loro parenti, così come quelli di chi ci lavora, stanno provocando non pochi disagi.
I viaggi, per distanza e traffico, non sono certo brevi e la richiesta dei rappresentanti del Pd era di poter finalmente avere un cronoprogramma e una data d’apertura certa del cantiere.
La risposta di Bertolaso
Da parte sua, Bertolaso ha spiegato che, al momento di mettersi all’opera, sono state riscontrate una serie di difficoltà, dovute inizialmente a condizioni climatiche avverse e basse temperature, non idonee alla posa dei materiali che servivano per i rinforzi strutturali.
Una sospensione è stata decisa anche da Ats Bergamo, che in accordo con la cooperativa Lavorare insieme, che gestisce la Rsd di Piario, aveva stabilito che la prosecuzione dei lavori non coincideva con la garanzia del benessere degli ospiti, da qui la decisione di trasferirli alla Rsa di Bergamo. L’assessore regionale ha inoltre specificato che la sospensione dei lavori non è riconducibile a inadempienze di Ats né dell’impresa esecutrice, ma a ragioni di necessità e pubblico interesse, volte alla tutela della salute, della sicurezza e della qualità di vita degli ospiti.
Ats, dopo il trasferimento degli utenti, ha riattivato le interlocuzioni tecniche con l’impresa, la direzione lavori ed i progettisti, per l’aggiornamento del quadro tecnico-economico e la redazione di un nuovo cronoprogramma operativo, per garantire conclusione delle opere entro 180 giorni dalla ripresa delle attività.
Il Pd: «Manca ancora una data»
Ecco, in realtà il problema pare sia proprio questo: non è stata comunicata una data ufficiale di inizio degli interventi. Quindi, secondo i consiglieri dem, sapere comunque che il cantiere va chiuso entro un certo periodo di tempo è poco utile. Soprattutto perché, almeno da quanto dichiarano loro, ad oggi (lunedì primo dicembre) sembra che nell’edificio non si muova ancora niente.
«Un ritardo insostenibile rispetto al quale abbiamo ritenuto opportuno richiamare l’attenzione dell’assessore Bertolaso, la cui risposta indica sì la durata dei lavori, che non deve superare i 180 giorni, ma non dice nulla riguardo a quando questi lavori potranno effettivamente cominciare – hanno dichiarato Casati e Scandella -. Cosa che deve accadere al più presto, perché questo ritardo di oltre quattro mesi è inammissibile e coinvolge il personale, gli utenti più fragili e le loro famiglie».
Per gli esponenti di minoranza, il rispetto dei tempi negli interventi di edilizia sanitaria è fondamentale, «soprattutto in casi come quello della Rsd di Piario, che è un riferimento fondamentale per le famiglie del territorio. Regione Lombardia ha il compito di garantire una programmazione ed esecuzione efficace degli interventi».