La Paladina-Sedrina, tanto criticata per esempio da ambientalisti e cittadini del Parco dei Colli, per qualcuno è invece indispensabile: si tratta di di un gruppo di amministratori della Val Brembana, insieme alle aziende del territorio, che non ce la fanno più e sono abbastanza esasperati dal problema del traffico.
Tanto traffico e poche risorse
Un problema che, negli ultimi tempi, si è ingigantito in seguito alla frana di Ubiale Clanezzo, che ha chiuso la strada comunale e fatto riversare sulla statale 470 ulteriori automobilisti, dato che il tratto rimarrà chiuso fino a quando non verrà messo in sicurezza.
Ecco quindi che lo scontento, per un’opera attesa da vent’anni e i cui costi sono ormai lievitati in modo spropositato, è raccolto ora dal Patto per il Nord, il movimento nato dai critici di Matteo Salvini, accusato di aver trasformato la Lega Nord in un partito nazionalista che imita la destra meloniana.
Al di là delle polemiche politiche, qui la critica e l’appello a fare presto va ad innestarsi su un’istanza molto pratica, che è quella di rendere più scorrevole la viabilità in valle. In una nota diffusa ieri (venerdì 5 dicembre) dal segretario provinciale di Bergamo Daniele Riva, dalla vicesegretaria lombarda Monica Mazzoleni e dal segretario lombardo Matteo Baraggia, sono chiamati in causa il Ministero delle Infrastrutture e Regione Lombardia. Questo in quanto la tangenziale sud è attesa dal 2003 ma a fine 2025, dopo ventidue anni, la copertura finanziaria manca ancora.
«L’opera non è più procrastinabile»
«Il quadro è allarmante. A fronte di una progettazione costata sei milioni di euro (di cui 1,8 milioni finanziati direttamente dei Comuni della valle) l’intervento non risulta ancora finanziato – hanno spiegato nella nota -. I costi sono esplosi: dai novanta milioni previsti inizialmente, si è passati a una stima attuale di 520 milioni di euro. Con tempi di realizzazione stimati in otto anni, il movimento ribadisce che l’opera non è più procrastinabile». A lamentare perdite di fatturato, ritardi negli approvvigionamenti e nelle spedizioni sono realtà industriali come San Pellegrino Spa, Smigroup, Imex, Minelli Spa e Sml.
Il tutto, secondo Patto per il Nord, da unire al fenomeno dello spopolamento del territorio, che è da collegare anche alla perdita dei servizi essenziali. A far da banco è anche il tema del residuo fiscale lombardo, secondo cui «la differenza tra quanto versato e quello che ritorna sul territorio è di 5.800 euro per ogni cittadino», quindi per loro nella nostra regione in totale sarebbe di 58 miliardi di euro l’anno. «La Valle Brembana conta 39.912 abitanti: con il solo residuo fiscale di tre anni, si coprirebbe l’intero costo dell’opera, oneri bancari inclusi».
«Perché il Ministro non risponde ai sindaci?»
Duro l’affondo nei confronti del Mit: «Chiediamo all’uomo che ricopre il ruolo di Ministro, e che si vanta di essere del Nord, le ragioni per le quali in questi anni non ha risposto alle interpellanze dei sindaci e non si è presentato a constatare personalmente il disagio». L’appello è andato poi a parlamentari e consiglieri regionali, affinché mantengano alta l’attenzione sulla vicenda, concludendo: «In Val Brembana si è persa ogni stima per una politica che ha dimenticato il Nord».