Sera di sabato 6 dicembre. La partita Verona-Atalanta era iniziata da una manciata di minuti e Gianfederico Belotti, conosciuto agente immobiliare di Bergamo, la stava guardando nella sua casa nel quartiere Finardi. La figlia, che vive al piano superiore della villa, all’improvviso lo raggiunge: i vicini di casa avevano appena visto qualcuno cercare di introdursi nell’abitazione.
La ricostruzione dei fatti
Il racconto di Belotti al Corriere Bergamo ripercorre quei momenti, vissuti tra la paura e l’incredulità. L’immobiliarista spiega che, secondo quanto ricostruito – anche grazie al sistema di videosorveglianza – i banditi (due e a volto coperto) hanno inizialmente fatto irruzione nella taverna forzando la porta a vetri.
Una volta dentro, però, non sono riusciti a salire ai piani superiori per la presenza di una porta blindata. Sono quindi usciti in giardino, cercando un nuovo passaggio. E lo hanno trovato nella porta finestra della lavanderia. È in quel momento che il vicino di casa, uscito per fumare una sigaretta, ha visto i due armeggiare davanti alla porta. Ha quindi subito dato l’allarme, chiamando dei conoscenti.
L’allarme lanciato dal vicino e… il balletto
È così iniziato un rapido giro di chiamate, arrivato fino alla figlia di Belotti. Una volta capito di essere stati scoperti, i due ladri si sono dati alla fuga. L’agente immobiliare ha subito chiamato le forze dell’ordine, che sono arrivate sul posto e hanno compiuto le rilevazioni del caso. Se il vicino non fosse uscito a fumare, però, non si sa come sarebbero andate a finire le cose. Ed è lo stesso Belotti a sottolinearlo, spiegando i suoi timori anche con il fatto che nella villa vivono anche i suoi tre nipotini.
I banditi erano consapevoli della presenza delle telecamere, al punto che – sottolinea sempre al Corriere il proprietario di casa -, a un certo punto, si sarebbero anche fermati davanti a una di essa per fare un balletto di scherno.
I precedenti di Treviglio e Cenate Sopra
Fortunatamente, in questo caso le cose si sono concluse per il meglio. Ma si tratta del secondo episodio di questo tipo nella nostra provincia in pochi giorni. La sera del 27 novembre, infatti, una banda di rapinatori dell’Est Europa era penetrata nell’abitazione di Angelo Marini, imprenditore del trasporto pubblico, in centro a Treviglio.
Nell’occasione Marini, la moglie e i due figli sono stati sorpresi, aggrediti e costretti a consegnare tutto ciò che avevano di valore, per poi dileguarsi. L’incubo è durato circa un’ora e mezza e il bottino, alla fine, è stato di circa duecentomila euro.
A ottobre, invece, quattro rapinatori avevano fatto irruzione in una villa in collina a Cenate Sopra, minacciando con una pistola la nuora dei proprietari di casa, in quel momento sola.