Interrogazione

Multe alla bottega storica di Città Alta, il Comune non le annullerà: «Altrimenti non c’è imparzialità»

La minoranza chiedeva di tenere in considerazione l'importanza dell'attività, ma così facendo verrebbero meno i criteri di neutralità

Multe alla bottega storica di Città Alta, il Comune non le annullerà: «Altrimenti non c’è imparzialità»

A quattro mesi dalle interrogazioni a firma dei consiglieri di minoranza Ida Tentorio e Arrigo Tremaglia (FdI) e Alberto Ribolla (Lega), è arrivata la replica dell’assessore Giacomo Angeloni e del vicesindaco Sergio Gandi. Oggetto delle interpellanze, le diverse multe elevate lo scorso agosto a diversi commercianti di Città Alta dalla polizia commerciale, in particolare la doppia sanzione alla gastronomia di Angelo Mangili.

Doppia multa, verifiche in corso per l’insegna

Da premessa, Angeloni e Gandi indicano due discipline nazionali vigenti: la prima prevede che i prodotti esposti per la vendita al dettaglio debbano indicare il prezzo di vendita al pubblico in modo chiaro e leggibile, la seconda che venga esposto anche il prezzo per unità di misura.

Nel corso dei controlli alla gastronomia dello scorso 12 agosto, la polizia commerciale ha riscontrato in alcuni pacchi di pasta la sola indicazione del prezzo per unità, omettendo quello per unità di misura: è stata quindi elevata una sanzione amministrativa pecuniaria che, per decreto legislativo, va da un minimo di 516 a un massimo di 3.098 euro, con pagamento in misura ridotta di 1.032 euro.

«Giova precisare che la ratio della normativa è tesa a migliorare l’informazione del consumatore e ad agevolare il raffronto dei prezzi per esempio per categoria merceologica cosa che non avverrebbe immediatamente come, ad esempio, nel caso in cui ipoteticamente un pacco di pasta di semola di grano duro da 500g venga venduto genericamente a “10 euro”, ovvero a 20 euro/kg, ovvero ben oltre il prezzo medio di vendita della pasta che, secondo le rilevazioni dell’Osservatorio dei Prezzi e delle Tariffe del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, nella provincia di Bergamo, va (alla data di giugno 2025) da un minimo di euro 1,18 a un massimo di 3,29 euro».

Altro punto dolente, motivo della seconda sanzione da trecento euro, era l’insegna: una scritta in ottone, dal grande valore affettivo per Mangili. Stando alla legge, citata da Angeloni e Gandi, è necessaria un’autorizzazione dall’ente proprietario della strada per esporla. «Al momento – precisano – la verifica sulla sussistenza dell’autorizzazione è stata richiesta all’ufficio tributi, competente per materia».

Annullarla? «No: non c’è imparzialità»

Nell’interrogazione, i consiglieri chiedevano all’amministrazione di annullare in autotutela la sanzione comminata per «manifesta sproporzione rispetto al caso concreto», nonché in considerazione della particolare situazione e della storia professionale del commerciale, della sua importanza quale bottega storica per tutta la città.

Richiesta a cui Angeloni e Gandi hanno risposto negativamente, legandosi al principio di imparzialità e neutralità indicato e previsto nella Carta Costituzionale («Nella fattispecie non è possibile annullare un atto sanzionatorio “in considerazione della particolare situazione e della storia del commerciante” poiché tale dato non appare avere caratteri di neutralità, oggettività ed equidistanza tale da giustificare un annullamento “imparziale”»), oltre al fatto che lo stesso annullamento in autotutela è limitato all’ufficio che ha emesso la sanzione, ma «solo in caso sia illegittimo, in quanto “adottato in violazione di legge o viziato da eccesso di potere o da incompetenza».

«L’operato degli organi accertatori – specificano – è vincolato dalle norme di legge, che non danno margini di discrezionalità in ordine alla elevazione di eventuali sanzioni amministrative seguite dall’accertamento di una infrazione, i criteri di proporzionalità in ambito sanzionatorio non possono prescindere dal concetto di imparzialità della Pubblica Amministrazione».

Negli ultimi mesi tuttavia, spiegano da Palafrizzoni, il Comune ha proposto una serie di incontri aperti ai commercianti, organizzati in collaborazione con le associazioni di categoria e il Duc, coinvolgendo polizia locale, ufficio tributi e servizio Commercio. «Hanno avuto un buon successo di partecipazione: riteniamo molto importante il ruolo formativo che i vari servizi comunali possono assumere, in base alle loro competenze, per dare supporto ai commercianti in relazione alle normative di settore».

Le prime tematiche affrontate riguardano pratiche amministrative relative alle insegne e regolamenti comunali. «Contestualmente – concludono – ci preme rammentare che l’ufficio tributi ha iniziato a informare tramite Pec gli esercenti che hanno in scadenza la pratica autorizzativa delle insegne».