Un quadro a luci e ombre. Con qualche notizia positiva che fa da contraltare ad alcune questioni ancora di risolvere. È quanto emerso dall’audizione dei funzionari di Sacbo, la società di gestione dell’aeroporto di Orio al Serio, davanti alla seconda commissione consiliare del Comune di Bergamo e all’assessore all’Ambiente Oriana Ruzzini.
Partiamo da quello che interessa di più i cittadini: ovvero l’inquinamento acustico provocato dalla grande infrastruttura. ll Comune di Bergamo negli anni scorsi ha elaborato il cosiddetto piano di zonizzazione acustica dei dintorni dell’aeroporto. È entrato in vigore nel 2024. Stabilisce, zona per zona, soglie precise di tolleranza al rumore, entro le quali non si può (anzi, non si potrebbe) andare. «Dalle curve di isolivello si ottiene un dato importante – spiega l’assessore – più di cinquemila persone subiscono un rumore che è superiore a quello previsto dal nostro piano di zonizzazione acustica».
Per misurare i livelli sono state attivate tre centraline piazzate nel circondario dell’aerostazione. I rilievi funzionano così: si prendono in considerazione i ventun giorni di massimo traffico aereo, di tre periodi diversi, e si calcola il cosiddetto Lva. Ovvero l’indice dell’inquinamento acustico, basato sulla misurazione di picchi di rumore.
Ebbene, secondo i rilievi effettuati da Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente) nel 2024, due centraline su tre nei quartieri di Bergamo hanno fatto segnare livelli acustici superiori alle soglie consentite.
Nella fattispecie, nelle settimane fra il 20-26 maggio, 19-25 agosto, 9-15 ottobre, la centralina di Colognola ai colli ha registrato una media di 62 decibel contro i 60 consentiti. Altrettanto quella di via Linneo (sempre a Colognola centro). Mentre il terzo impianto, quello di via Quasimodo (a Campagnola), ha fatto segnare una media di 63 decibel a fronte di una soglia consentita di 65, dunque entro i limiti.
«Ora Sacbo avrà tempo altri 18 mesi per (…)