Nuovo volume

La cultura e la tradizione di Locate a Ponte San Pietro riaffiora nelle storie, nei nomi e… nei campi

Un viaggio nella memoria contadina tra fotografie d’epoca, toponimi antichi e vite quotidiane: il 13 dicembre c'è stata la presentazione

La cultura e la tradizione di Locate a Ponte San Pietro riaffiora nelle storie, nei nomi e… nei campi

Un viaggio nel patrimonio rurale tra le corti e le distese di grano, dove ogni pietra racconta una storia e ogni campo coltivato è il frutto di gesti tramandati da generazioni.

Attraverso testimonianze, fotografie e aneddoti, il volume Locate – Spunti storici dalle fotografie dell’Archivio storico dell’immagine guida il lettore alla scoperta di uno stile di vita autentico, fatto di fatica, impegno e bellezza silenziosa. Sabato 13 dicembre, alle 18.30, l’auditorium di Locate ha ospitato la presentazione di questo libro curato da Massimiliano Sana, Roberto Scudeletti, Matteo Togni ed Edoardo Nava.

L’opera è nata dalla collaborazione tra il Comune di Ponte San Pietro, la parrocchia di Sant’Antonino martire, la Provincia di Bergamo e l’Archivio storico dell’immagine, con il sostegno del Bando cultura 2025.

«Quest’opera è diversa da quelle precedenti, dedicate al capoluogo – precisa Massimiliano Sana – in quanto non si limita a riproporre le fotografie esposte nelle due mostre fotografiche organizzate nel 2024 (Locate per le strade di ieri) e nel 2025 (Profonde radici – Scorci di vita contadina a Locate), ma le utilizza come punto di partenza per numerosi approfondimenti storici relativi non solo ai soggetti rappresentati (persone o luoghi), ma anche e soprattutto alla storia generale di questa importante frazione di Ponte San Pietro, che fino al 1927 è stata Comune autonomo».

Affiora con potenza il ritratto di una vita scandita dai ritmi della terra, come l’allevamento dei bachi da seta, che per decenni condizionò «gli affanni e i solenni ritmi del vivere campagnolo». I locali cedevano la stanza più comoda della casa ai voraci “bigàtt” e dormivano nel fieno del portico per quaranta giorni, accompagnati dal ticchettio costante delle foglie di gelso divorate. Nel 1828 si contavano a Locate 2.785 gelsi, un esteso giardino poi scomparso negli anni ’50 perché d’intralcio alle nuove macchine agricole.

Tra i capitoli più curiosi, quello di Matteo Togni, che svela (…)

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