sarebbe una beffa

Linea T2, in Regione richiesta bipartisan per reperire i fondi necessari a farla funzionare una volta finita

Consiglieri di centrodestra e Pd uniti per chiedere supporto (tranne il leghista Malanchini). Se ne parlerà la prossima settimana al Pirellone

Linea T2, in Regione richiesta bipartisan per reperire i fondi necessari a farla funzionare una volta finita

Il tram è quasi pronto, i binari pure. Ma senza i fondi per farlo viaggiare, rischia di restare dov’è: fermo. È il paradosso – e la figuraccia – che la Bergamasca vuole evitare sulla linea T2 BergamoVilla d’Almè, in costruzione grazie ai fondi del Pnrr.

Per scongiurare l’ipotesi di un’infrastruttura completata ma inutilizzabile, i consiglieri regionali bergamaschi, di maggioranza e del Pd, hanno deciso di intervenire, depositando un ordine del giorno collegato al bilancio regionale, che arriverà in aula al Pirellone la prossima settimana.

Chi ha firmato

A firmare l’ordine del giorno sono i consiglieri di centrodestra Roberto Anelli (Lega), Jonathan Lobati (FI), Pietro Macconi (FdI), Alberto Mazzoleni (FdI), Ivan Rota (FI) e Michele Schiavi (FdI), e quelli del Pd Davide Casati e Jacopo Scandella.

Il messaggio è semplice: non basta costruire la linea del tram, bisogna anche farla funzionare. L’obiettivo è quindi di trovare risorse economiche per garantire la gestione e la manutenzione integrata delle linee T1 e T2 della rete tranviaria di Bergamo, che sta crescendo e che, una volta completata, dovrà reggere un carico importante di pendolari.

Il tempo stringe

Secondo il cronoprogramma, i lavori della T2 dovrebbero concludersi entro giugno 2026. I tram dovrebbero poi entrare in servizio nell’ultimo quadrimestre del 2026. Ma perché questo accada servono risorse precise: 1,7 milioni di euro per il 2026 e 5,4 milioni complessivi tra il 2027 e il 2028 per la gestione e la manutenzione.

Senza queste certezze, Teb non può programmare le assunzioni, formare il personale, stipulare i contratti e preparare l’ingresso in servizio di 28 nuovi addetti. In altre parole, senza fondi non si parte.

Un problema segnalato più volte

Come riporta oggi (sabato 13 dicembre) L’Eco di Bergamo, il problema è noto da tempo e segnalato più volte da Teb e dalla sindaca di Bergamo Elena Carnevali.

Il presidente Teb Filippo Simonetti lo ha detto chiaramente: sarebbe difficile spiegare ai cittadini come mai, dopo aver investito 225 milioni di euro, il tram resti fermo in deposito. Da qui l’appello al senso di responsabilità delle istituzioni e la richiesta di certezze, ora tradotta nell’ordine del giorno che impegna la giunta regionale trovare gli stanziamenti.

Il tema non nasce in Regione per caso. A spingere i consiglieri a intervenire sono state proprio le segnalazioni arrivate direttamente da Teb e dal Comune di Bergamo.

«Siamo stati attenzionati del problema direttamente da Teb e dal sindaco di Bergamo Elena Carnevali – ha detto Anelli -. Abbiamo quindi ritenuto opportuno renderlo noto in Consiglio regionale attraverso questo documento che porteremo in aula di modo che, compatibilmente con le risorse a disposizione di Regione Lombardia, si possa investire sulla manutenzione e gestione del sistema tranviario in base anche agli accordi presi tra le istituzioni per questo importante progetto per la Bergamasca».

Non basta costruire 

Il punto è proprio questo: non basta realizzare l’opera, bisogna poi garantirne il funzionamento. Un concetto ribadito anche da Michele Schiavi: «L’obiettivo di Regione Lombardia è garantire la piena operatività della T1 e della T2 e l’ordine del giorno proposto dai consiglieri di maggioranza va in questa direzione: trovare le risorse finanziare necessarie per permettere a Teb di mettere in esercizio la nuova linea a settembre 2026».

Servirà a migliaia di pendolari

L’iniziativa viene rivendicata dalla maggioranza come una scelta concreta per migliorare il trasporto pubblico. Ivan Rota lo ha spiegato così: «Abbiamo deciso come maggioranza di promuovere questa iniziativa dell’ordine del giorno, in sede di approvazione del bilancio regionale preventivo che approderà in aula settimana prossima,  per garantire un servizio di trasporto pubblico migliore per migliaia di viaggiatori, che ogni giorno si spostano nella nostra provincia in entrambe le direzioni della tratta».

Lo sguardo alle valli 

Nel dibattito entra anche il tema delle infrastrutture più in generale. Mazzoleni ha richiamato l’attenzione sulle Valli Brembana e Imagna, ricordando che la Regione ha sempre rispettato gli impegni: «Le Valli necessitano di attenzione e Regione Lombardia non è mai mancata ai propri impegni e sono certo che anche questa volta farà la sua parte per l’avvio nei tempi preventivati della T2».

Ma ha aggiunto: «Abbiamo assolutamente bisogno però che in tema di viabilità venga fatto un ulteriore passo avanti risolvendo problemi atavici e programmando il completamento della tangenziale sud attraverso la soluzione migliore e celere».

I cantieri procedono, ma poi?

Lobati ha invece ricordato che i lavori procedono, ma senza risorse il rischio resta: «I lavori stanno procedendo per la nuova tratta dal capoluogo di Provincia fino a Villa d’Almè. L’intenzione è mettere in funzione questo nuovo percorso tranviario entro la fine del 2026 per agevolare i pendolari, però servono più risorse per permettere alla Teb  di gestire al meglio questa importante infrastruttura per il nostro territorio».

Uno non ci sta: Malanchini non firma

Nonostante il tentativo di creare un fronte ampio, Giovanni Malanchini (Lega) è l’unico consigliere bergamasco a non aver firmato l’ordine del giorno. Secondo Malanchini, il tema avrebbe richiesto più tempo e un approfondimento più ampio sull’intero sistema del trasporto pubblico locale, proponendo di rinviare la discussione al prossimo assestamento di bilancio.

Rassicurazioni dalla Giunta

Dalla giunta regionale arrivano invece rassicurazioni. L’assessore ai Trasporti Franco Lucente assicura che «l’impegno è totale e costante». Anche Claudia Terzi e Paolo Franco riconoscono la necessità di trovare una soluzione sostenibile, compatibilmente con le risorse disponibili.

Insomma, il tema resta tutto qui: trovare le risorse per non “fermarsi sul più bello”. Anche perché, l’idea che un’opera attesa da anni resti ferma prima ancora di partire è uno scenario che nessuno, in Bergamasca, vuole vedere davvero.