Discussione aperta

Il nuovo sponsor SnaiFun sulla maglia dell’Atalanta sta dividendo i tifosi bergamaschi

L'annuncio della partnership tra la Dea e l'app di news e giochi di Snai ha spaccato la piazza. Per questioni estetiche e anche etiche

Il nuovo sponsor SnaiFun sulla maglia dell’Atalanta sta dividendo i tifosi bergamaschi

L’annuncio è arrivato venerdì 12 dicembre, nel tardo pomeriggio: SnaiFun, l’app di news e giochi di Snai, è diventata il secondo sponsor di maglia dell’Atalanta per le prossime tre stagioni. Il logo ha debuttato sull’addome della casacca nerazzurra, proprio sotto il main sponsor Lete, nel Christmas Match contro il Cagliari del 13 dicembre. Un accordo valido fino al 2027/28 che ha immediatamente spaccato la piazza tra chi approva e chi esprime un netto dissenso.

Il nodo estetico

Già dopo poche ore dall’annuncio ufficiale, leggendo i commenti sui social, la tifoseria è apparsa parecchio divisa in merito alla nuova partnership.

Per molti il vero problema è proprio l’insieme degli sponsor sulla maglia. «La maglia è bellissima, ma questi sponsor sono troppi. Sembra la maglia di un Lecce o dell’Udinese, la rovinano», commenta qualcuno. «Graficamente il nuovo sponsor è anche bellino, peccato per la scritta “Lete” rossa che rovina tutto», commenta un altro tifoso. La nostalgia non manca: «Ridateci la Somet!», «Rimpiango Radici Group».

Altri sono più critici, in maniera specifica nei confronti di SnaiFun: «Bello non è, però lo sappiamo che molte cose girano intorno ai soldi. Pazienza», scrive qualcuno. «Troppe scritte… non è più una maglia. Tutto per i soldi».

La questione etica

Ma è sul piano etico che il dibattito si fa davvero aspro. Sebbene SnaiFun si presenti come app di intrattenimento sportivo, il suo legame con Snai e il mondo delle scommesse a molti appare evidente. E questo, per molti tifosi, è un problema insormontabile.

«Che brutto dover ricorrere al gioco d’azzardo per lo sponsor», «Snai anche no…», «Scommesse»: i commenti negativi su questa linea sono numerosi, sia sui social che al bar prima della partita contro il Cagliari. E qualcuno richiama i valori del territorio: «Brutto essere finanziati da questi proprio a Bergamo, che siamo una provincia che ha sempre aiutato gli altri… Che tristezza».

Particolarmente toccante è la testimonianza di chi ha vissuto da vicino il dramma delle dipendenze: «Ho frequentato SerD, centri di salute mentale e reparti, questa cosa non la tollero. Il discorso “porta soldi” per la mia personale moralità non giustifica questa caduta di stile. A certi livelli le scelte comportano pure delle responsabilità».

L’accusa di incoerenza è netta: «Poi fanno i post contro la ludopatia e parlano di Dna Atalanta con lo sponsor delle scommesse. Mamma mia». Il riferimento è ai comunicati ufficiali in cui club e sponsor parlano di «valori fondamentali dello sport». Per molti è una contraddizione stridente.

«Se paga va tutto bene»

Di fronte alle obiezioni etiche, c’è chi adotta un approccio pragmatico. «Se paga va tutto bene», «Finché pagano», «Gli incassi sudati sempre». «Le vacche son scappate da tempo dalla stalla», ironizza qualcuno, come a dire che ormai nel calcio certe battaglie sono perse.

«Tutti che vogliono sponsorizzare l’Atalanta… Vorrà pure dire qualcosa», osserva un tifoso, sottolineando l’attrattività commerciale cresciuta con i risultati sportivi. «Abbiamo anche le crypto come sponsor», ricorda qualcun altro.

Alcuni allargano la prospettiva: «Sarebbe come dire che quando il Liverpool era sponsorizzato Carlsberg promuoveva l’alcolismo». Un altro rilancia: «Vi siete scandalizzati per Snai e non capisco la cosa. Allora evitiamo ogni sponsor che ha implicazioni con alcol, guerre, sfruttamenti. Se metti Coca Cola o Nike fa più schifo, visto certe implicazioni».

«Trovo ridicola la via di mezzo italiana: vietano lo sponsor Snai diretto, ma permettono SnaiFun che non è direttamente un sito di scommesse. O una o l’altra», nota qualcuno sul piano normativo. «A me sa di stucchevole moralismo – conclude un tifoso -. È oggettivo che non sia un bel messaggio mettere in bella mostra uno sponsor di scommesse. Poi c’è a chi interessa e a chi non frega nulla».

Una discussione aperta

Nasce spontaneo un quesito: nel calcio moderno, dove la sostenibilità economica è cruciale, fino a che punto si possono applicare filtri etici agli sponsor?

La maglia con SnaiFun è scesa in campo sabato sera contro il Cagliari. Lo sponsor sarà presente anche sui Led a bordocampo e al Centro Bortolotti, con contest e iniziative per coinvolgere i tifosi. Ma al di là delle strategie di marketing e delle dichiarazioni ufficiali sui «valori condivisi», il dibattito tra i tifosi è destinato a continuare.

Perché, per molti sostenitori nerazzurri, l’Atalanta rappresenta ancora qualcosa di più di un brand da monetizzare. E quando le scelte commerciali sembrano entrare in conflitto con i valori percepiti del club e del territorio, la discussione diventa inevitabile. Che si condivida o meno questa partnership.