L’avevamo scritto in tempi non sospetti. Un conto è realizzare opere mastodontiche con valanghe di soldi altrui, leggasi Pnrr. Un altro è poi mantenerle con soldi propri. E infatti non sono ancora terminati i lavori della nuova linea T2 del tram ed ecco spuntare i primi affanni per i costi di servizio dell’infrastruttura che dovrebbe entrare in funzione il prossimo anno.
Sì perché dopo il bengodi dei 225 milioni di euro lautamente elargiti dall’Europa, dallo Stato e dalla Regione, piovuti su Bergamo, ora, dopo aver sventrato mezza città, in molti cominciano a capire che i costi del tram una volta in servizio non saranno esattamente irrisori.
Nei giorni scorsi la sindaca Elena Carnevali ha buttato lì qualche preoccupazione. «Gli importi per la manutenzione straordinaria e per la gestione dell’infrastruttura fisica e tecnologica sono stati definiti con il concorso della struttura regionale – ha detto – diventa quindi imprescindibile realizzare il tutto potendo contare su risorse regionali certe».
Le valutazioni della sindaca derivano dalle stime di Teb. Secondo i calcoli dell’azienda municipalizzata solo per far partire i tram (ovvero effettuare il pre-esercizio, formare il personale necessario e le prime corse da settembre a dicembre) nel 2026 serviranno 1,7 milioni di euro. Per poi aggiungere altri 5,4 milioni nel 2027 e altrettanti nel 2028. E chi ce li mette?
Il Comune non li ha. Teb e Provincia tanto meno (il presidente Pasquale Gandolfi, durante l’inaugurazione del sottopasso del tram T2 in zona Pontesecco, li aveva chiesti al ministro Matteo Salvini, ricevendo in cambio un sorriso forzato). L’Agenzia del Tpl, che ha il compito di organizzare il servizio di trasporto pubblico in tutta la Bergamasca, ha la coperta corta. Resta la Regione.
Solo che Palazzo Lombardia, a dire il vero, ha già dato. Ha messo 40 milioni per la realizzazione dell’opera. In più, «nella convenzione firmata con gli altri enti c’è scritto a chiare lettere che la contribuzione regionale per la gestione è già compresa nei soldi che il Pirellone stanzia per il trasporto pubblico locale» spiega il consigliere regionale di Forza Italia Jonathan Lobati. E nella stessa convezione, Regione ha anche messo nero su bianco che non c’erano altre risorse oltre quelle previste dalla Legge 6. E tantomeno potevano esserci contributi straordinari dedicati a questa o quell’opera.
«Le risorse che mancano non sono responsabilità di Regione Lombardia – ha precisato Lobati (…)