Degrado

Un esposto di frati e residenti al Comune di Bergamo per far traslocare i senzatetto da via dei Cappuccini

I religiosi e il Comitato Noi Bergamo Insieme chiedono di intervenire per dare una sistemazione dignitosa a chi dorme sotto il porticato della chiesa

Un esposto di frati e residenti al Comune di Bergamo per far traslocare i senzatetto da via dei Cappuccini

Prime ore della mattina di mercoledì 17 dicembre. In via dei Cappuccini arriva un’auto della polizia locale. Poi una seconda. Infine una terza. Gli agenti scendono e si avvicinano al cospicuo gruppo di persone accampate sotto i portici della chiesa dei Cappuccini. a Bergamo.

Un signore anziano, imbacuccato e armato di ombrello, si ferma e osserva qualche istante. Poi commenta con un laconico: «L’éra ura». In realtà, niente di nuovo, spiegano dal Comune: una delle tante operazioni di identificazione che vengono svolte ogni giorno su tutto il territorio cittadino.

«È vero, negli ultimi tempi le forze dell’ordine si sono viste un po’ più spesso – dice una signora che vive in via Divisione Tridentina, a pochi passi dai Cappuccini -. Ma il problema si ripresenta dopo poco». Tradotto: interventi di controllo come quello dell’altra mattina, per forza di cose sporadici, non servono granché. Allo stesso tempo, e come diciamo da tempo, il Comune ha le mani legate. A maggior ragione se si considera che quel porticato è di proprietà privata dei frati.

L’esposto al Comune

Proprio per “superare” questo impedimento, i Cappuccini e il Comitato Noi Bergamo Insieme (che raggruppa la gran parte dei residenti della zona) a breve invieranno a Palazzo Frizzoni un esposto. Un documento ufficiale in cui chiedono alle istituzioni di intervenire, consentendo così un atto di sgombero alle autorità pubbliche su uno spazio privato.

Nell’esposto, le parti sottolineano le problematiche esistenti, note da tempo. E che si possono riassumere in due diversi – ma coincidenti – punti di vista: da un lato quello dei Cappuccini, che con la loro attività aiutano quotidianamente i senzatetto e le persone fragili che si recano alla loro mensa, ma che ritengono che dormire all’aperto, sia pure sotto i portici della chiesa, non sia dignitoso per quella povera gente. Tanto più in una stagione come questa. E che non sia neppure sicuro. Il Comitato, invece, chiede che venga combattuto il degrado della zona, in cui è presente anche una scuola.

La punta dell’iceberg

Perché il problema – è bene ribadirlo – non sono le centinaia di persone (a tante sono ormai arrivate) che ogni giorno si recano lì seguendo un tam tam che si chiama fame, bensì quelle decine che non hanno un tetto sotto cui stare (o che si rifiutano di averne uno, perché che c’è anche chi in dormitorio non ci vuole andare) e che, in particolare dopo gli sgomberi alla stazione Autolinee dello scorso marzo, hanno trovato in quel porticato un luogo in cui stare, quantomeno protetto dalle intemperie seppur non dal freddo.

Via dei Cappuccini è solo la punta dell’iceberg (…)

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