Quando si parla di alberi in città, la domanda è sempre la stessa: rischio o risorsa? Bergamo ha deciso di rispondere attraverso dei dati scientifici precisi.
La Giunta ha infatti adottato la “Carta della vulnerabilità”, uno strumento nuovo che serve a capire dove un albero può rappresentare un pericolo reale e dove invece no, mettendo insieme sicurezza dei cittadini e tutela del verde.
Oggi, in tutta Italia, solo Bergamo e Torino hanno una mappa così. Il documento rappresenta infatti una delle prime applicazioni su scala comunale del Paese, nel frattempo sono in corso di approvazione anche a Trento e Venezia.
Che cosa è esattamente
La “Carta della vulnerabilità” (CdV), è di fatto una grande mappa della città che incrocia diversi dati per capire dove è davvero necessario intervenire.
Non si guarda solo se un albero è sano o malato, ma anche a cosa c’è intorno: quante persone passano lì ogni giorno, se ci sono strade, marciapiedi, scuole, parchi o zone poco frequentate.
L’obiettivo sostanzialmente è quello di evitare abbattimenti o potature inutili, concentrando invece gli interventi dove servono davvero, sulla base di dati oggettivi e scientifici.
Sette livelli di vulnerabilità
Alla base della Carta c’è il “Protocollo Areté”, una metodologia tecnico-scientifica che valuta il rischio arboreo tenendo conto di più fattori insieme. In pratica, un albero con problemi lungo una strada molto trafficata viene considerato più rischioso rispetto a uno simile che si trova in mezzo a un prato.
Il risultato è una classificazione del territorio in sette livelli di vulnerabilità, dal più alto al più basso, rappresentati da colori che vanno dal viola al blu, così da individuare subito le aree più delicate.
Oltre 39 mila alberi sotto controllo
Grazie alla Carta, il Comune può monitorare in modo più efficace oltre 39 mila alberi, su una stima totale di circa 43 mila presenti in città. Dai dati emerge già che una parte importante di questi si trova in zone ad alta vulnerabilità e richiede quindi controlli più frequenti.
La CdV diventa così uno strumento fondamentale per stabilire le priorità di intervento e per programmare le attività di manutenzione in modo più mirato. «Con il Piano del Verde e la Carta della vulnerabilità, Bergamo fa un salto in avanti nella qualità della gestione del verde urbano e manifesta il suo impegno nel considerare le infrastrutture verdi protagoniste del futuro della città», ha detto l’assessora alla Transizione ecologica, ambiente e verde Oriana Ruzzini.
Un lungo lavoro
La realizzazione della Carta ha richiesto ben sei mesi di lavoro e un investimento di 38 mila euro. Sono stati utilizzati dati su mobilità, densità abitativa e uso delle aree verdi, insieme a strumenti tecnologici avanzati come analisi statistiche e sistemi di mappatura.

Il progetto nasce anche dalla necessità di colmare alcune lacune: l’ultimo censimento completo degli alberi a Bergamo risale infatti al lontano 2012, mentre nel 2023 è stato effettuato solo un aggiornamento parziale dall’alto, senza informazioni sullo stato di salute delle piante.
«Obiettivo di questa operazione è anche completare il censimento arboreo, ad oggi effettuato solo per il 35% del patrimonio», ha sottolineato l’assessora.
Una tutela legale in più
Per rendere questo approccio stabile nel tempo, da quest’anno partirà un accordo triennale da 140 mila euro per controlli visivi e fitosanitari, con il coinvolgimento di agronomi qualificati.
Tutti gli interventi saranno documentati con dati fotografici e geolocalizzati, riducendo anche il rischio di contenziosi in caso di eventi imprevisti. La Carta della vulnerabilità sarà inoltre uno strumento in continua evoluzione, destinato a diventare una base solida per le politiche ambientali e urbanistiche dei prossimi anni.