Foto Atalanta
Raffaele Palladino, tecnico dell’Atalanta, arriva in sala stampa poco dopo le 13 e la conferenza inizia subito con un momento toccante. Importante. Profondo. «Ieri pomeriggio, dopo l’allenamento, insieme ad una delegazione di giocatori e all’Amministratore Delegato Luca Percassi siamo andati in Croazia per andare a trovare Mario Pasalic. Credo che in questi momenti sia importante, oltre che essere “squadra”, essere anche una famiglia. È un momento toccante, di dolore. Oggi e domani, ripensando al campo, prepareremo ancora meglio la partita con il Genoa».
E proprio a proposito della gara di Marassi, per il tecnico della Dea che è un ex, non ha usato giri di parole. «Penso che sia una partita importantissima, forse la più importante da quando sono a Bergamo. Non si vince in trasferta dal 21 settembre, dobbiamo prepararla e considerarla come una gara pesante. Di Champions League, paragoniamola al Chelsea. Sarà diversa da quella di Coppa Italia, lo sappiamo bene e ha ragione il mio amico De Rossi da questo punto di vista. Il Genoa ti fa giocare male, a volte pressa alto e altre più basso e ogni pallone sarà prezioso. Per Natale mi piacerebbe un bel regalo ma penso che i giocatori, prima di tutto, debbano farselo per loro stessi».
Già, i giocatori. In conferenza Palladino ha parlato di diversi elementi con particolare attenzione ad alcuni ragazzi che, in considerazione delle assenze di Lookman e Kossounou, saranno ancora più importanti. «Maldini l’ho voluto io a Monza, penso che sia un giocatore di talento e che a Bergamo non si sia ancora vista la sua versione migliore. Sulemana è recuperato, anche Krstovic e Zalewski sono soluzioni interessanti per l’attacco. Davanti Scamacca sta facendo benissimo ma penso possa dare ancora di più, lega bene il gioco e in fase di conclusione è al top. C’è De Ketelaere che non segna da un po’ in campionato ma lo ha fatto in Champions e deve essere un leader offensivo, dietro Scalvini ormai si allena con noi da un po’ di giorni».