I numeri dicono che con 5 reti in 10 presenze e alcuni acciacchi fisici che ne hanno minato la prima parte del campionato, Gianluca Scamacca, nella classifica cannonieri, è alle spalle di Lautaro Martinez (8 gol), ma alla pari di Leao, Nico Paz, Yildiz, Bonazzooli e Mandragoca, con Pulisic (7) e la coppia Calhanoglu-Orsolini (6) appena più avanti.
Se contassimo anche i pali colpiti dal centravanti nerazzurro contro Pisa e Parma il bottino sarebbe potuto pure essere più ampio, ma sono dettagli che confermano la sostanza: la Dea in attacco ha un elemento molto importante.
Ma quando, come a Genova, il ragazzo non gira e non trova mai la via della porta (si contano zero conclusioni nei suoi 90′ più recupero di gioco), anche la sua partecipazione al gioco è deficitaria e allora si ha la sensazione di giocare addirittura con un uomo in meno. La speranza è che il “jolly negativo” sia stato giocato proprio in occasione della vittoria in extremis grazie al gol di Hien e di ritrovare ora la miglior versione del numero 9 atalantino dalla partita contro l’Inter (28 dicembre).
I prossimi mesi saranno anche quelli del rinnovo di contratto. Scamacca ha un accordo con la Dea fino al 2027, è un classe 1999 e se, da un lato, non ci sono dubbi sul valore del ragazzo, è la tenuta atletica e fisica la cosa da monitorare con maggior attenzione: le ultime settimane lo stanno riproponendo ai massimi livelli dopo una stagione da incubo, con il doppio intervento al crociato e poi al muscolo lesionato. L’augurio è che il 2026 sia, per Scamacca, l’anno della conferma e del riscatto sotto tutti i punti di vista. Nazionale compresa.