Luoghi incantevoli

Se non volete stare a casa nei giorni di festa, vi consigliamo tre gite sulle montagne bergamasche

La Conca dei Campelli, il mitico Resegone e i monti Aralalta e Baciamorti: rifugi per tutti, panorami mozzafiato, la neve e la... libertà

Se non volete stare a casa nei giorni di festa, vi consigliamo tre gite sulle montagne bergamasche

di Angelo Corna

Quest’anno la neve, alle quote più basse, si fa attendere. Per poter pestare il “bianco mantello” e assaporare la magia dell’inverno, dobbiamo per forza alzarci di quota. Se non temiamo freddo e fatica possiamo preparare la dovuta attrezzatura e partire per raggiungere un rifugio orobico e, se siamo esperti, anche qualche vetta posta nelle vicinanze.

Ecco allora tre itinerari perfetti per riscoprire l’inverno in questi giorni di festa.

Conca dei Campelli

Il rifugio Cimon della Bagozza e l’altopiano dei Campelli sono da sempre un piccolo paradiso per tutti gli amanti delle racchette da neve. Raggiunta la graziosa località Fondì di Schilpario, la strada si interrompe e possiamo parcheggiare in uno dei vari posteggi a pagamento. Pochi metri e la ex strada provinciale diventa innevata e, traccia su neve, continua nel fitto bosco di pini. Dopo poco più di un’ora di cammino ci accoglie il rifugio Cimon della Bagozza, struttura che prende il nome dalle celebre montagna. Famiglie e bambini possono fermarsi qui: posto a 1.580 metri di quota, in una posizione panoramica, vanta un’ottima cucina e conta quaranta posti letto, con altrettanti coperti (per informazioni sulle aperture: 0346.56300).

Per i più esperti, invece, vale la pena proseguire. La traccia continua fino al Passo dei Campelli (m. 1.890), attraversando l’altopiano omonimo nella sua lunghezza. Lasciando le Orobie alle nostre spalle, ci avviciniamo sempre di più ai panorami della Val Camonica, dove tra tutti spicca il monte Adamello, re incontrastato della zona. Raggiunto il passo, il panorama si apre a 360 gradi, mostrando le valli bergamasche e bresciane con le loro montagne completamente innevate. Uno spettacolo che vale la fatica.

Resegone

Per questa vetta non servono presentazioni. Senza dubbio, l’ascesa invernale al Resegone regala un fascino particolare: la neve imbianca i pendii e le creste della montagna, offrendo un ambiente unico e suggestivo. Il percorso classico trova partenza dal paese di Brumano, in Valle Imagna, ed è marchiato dal segnavia Cai 571. Inizialmente si risale nel bosco, sfiorando alcune cascine e stalle ristrutturate: con pendenza costante si raggiunge, dopo circa un’ora di cammino, il rifugio Resegone, di recente costruzione e ottimo punto di appoggio per famiglie e bambini (per informazioni e prenotazioni: 035.0667666).

Anche in questa caso, i più esperti (se dotati delle attrezzature idonee) possono continuare. Dopo circa un’ora e mezza di cammino appare la spalla della nostra montagna. Ci attende un ultimo sforzo: restando fedeli alle tracce presenti, si risale il ripido pendio seguendo la minore pendenza possibile ed effettuando dei lunghi zig zag. Raggiunta la cresta, effettuando un ultimo e più esposto traverso, si giunge alla capanna Azzoni e, con pochi passi, alla cima della montagna. La stanchezza viene subito dimenticata: dalle Orobie alle Alpi, dalle vette bergamasche e lecchesi fino al lontano Monte Rosa, il Resegone è probabilmente il balcone più famoso del Nord Italia.

Aralalta e Baciamorti

Il rifugio Gherardi è il luogo ideale per un’escursione in montagna poco impegnativa. La gita trova partenza da Pizzino (Val Taleggio) ed è marchiata dal segnavia Cai 120, mentre la durata del percorso è di circa un’ora. Il sentiero è inizialmente caratterizzato da un tratto boschivo, tra noccioli e faggi; raggiunto il limitare del bosco si prosegue lungo il versante della montagna, per poi far capolino in mezzo a grandi prati. Si piega a destra e, dopo una ripida salita, si inizia a intravedere la bandiera del rifugio Gherardi.

La capanna si trova circondata da una corona di montagne innevate: il monte Venturosa, i monti Aralalta e Baciamorti, il Sodadura, lo Zuccone Campelli e, in lontananza, il maestoso Resegone. La gestione della struttura è affidata a un gruppo di volontari dell’Operazione Mato Grosso, mentre il ricavato è interamente devoluto per il sostentamento dell’attività dell’ospedale di Chacas in Perù (per informazioni e prenotazioni: 0345.47302).

Dal rifugio si possono raggiungere, in circa un’ora e mezza di cammino, i monti Aralalta e Baciamorti. Dalle vetta è poi possibile scendere lungo il crinale opposto, in direzione del Passo di Baciamorti e del sentiero Cai 153, che, con un percorso ad anello, ci riporterà al punto di partenza.

Conclusioni

I rifugi descritti negli itinerari possono essere raggiunti anche da famiglie e bambini con sforzi ridotti. I più esperti possono poi proseguire e raggiungere le montagne limitrofe, sempre in base alle condizioni meteo e all’innevamento. È un obbligo di ogni escursionista controllare sempre i bollettini meteo e informarsi in maniera adeguata sulle condizioni dei sentieri.