Poche gioie

Tante soluzioni, ma nessun “dodicesimo” decisivo, alla Muriel: dalla panchina serve di più

I subentrati faticano a cambiare l'andamento delle partite. Si è visto contro l'Inter, ma è solo l'ultimo caso. Urge trovare una soluzione

Tante soluzioni, ma nessun “dodicesimo” decisivo, alla Muriel: dalla panchina serve di più

In questi momenti, la strada più facile da seguire sarebbe quella del mercato. È sempre il mercato. Vai, ne compri uno nuovo e cacci quello vecchio. Semplice, semplicissimo. E non è nemmeno questione di soldi.

Ma si tratta di un grosso equivoco: i gol li sbagliano tutti, i passaggi pure, gli interventi difensivi anche. Quindi, dove sta il problema? Semplice: in un contesto che sta facendo bene nelle prime scelte, le alternative devono incidere di più se vuoi alzare il livello.

In questi primi cinque mesi di campionato, purtroppo, si contano sulle dita di una mano (forse abbondante) le gare in cui le alternative hanno davvero dato un contributo importante all’Atalanta. Samardzic lo ha fatto a Marsiglia, Sulemana a Torino con il Toro (insieme a Krstovic) e poi con la Juve. Stop.

Nonostante i gol segnati dalla Dea in stagione siano arrivati da diversi elementi, sono poche le gare in cui i subentrati sono stati capaci di incidere in modo netto su una partita. E, purtroppo, questa cosa è un po’ un problema.

Il risultato è figlio di tante cose, ma alla fine restano i gol. Le vittorie. I punti. Chiaro che bisogna alzare il livello, ma non possiamo pensare che 60-70 milioni di euro di acquisti (forse pure di più) siano poco. Se Palladino sceglie di schierare Scamacca con la febbre, Djimsiti appena rientrato da un infortunio e tenere spesso fuori Musah, non far vedere il campo a Brescianini e attendere ancora per il rientro di Scalvini, dev’esserci per forza un motivo. Che passa dal lavoro, dalla cura dei dettagli, dalla crescita. Non c’è altra via.