Ecco il monastero del Carmine (direttamente dalla Corsarola)
Dopo Astino, Bergamo riscopre un altro monastero. Grazie alla riapertura di un antico passaggio, da oggi il complesso del Carmine può essere raggiunto direttamente dalla Corsarola. È un altro antico gioiello che torna alla luce, dopo decenni di abbandono, grazie allo sforzo del Comune e della parrocchia della Cattedrale, proprietaria di alcune parti del complesso. In più una bella mano l'ha data la Suntrading spa, società che si occupa di efficienza energetica, dimostrando che, come ha sottolineato l'assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti, «quando pubblico e privato si alleano arrivano sempre buoni risultati». In questi anni di dimenticatoio l'anima del Carmine è rimasta viva grazie al Teatro Tascabile, che vi si è annidato 19 anni fa. Ma ora, come dice Giuseppe Chierichetti, presidente del Ttb, «tutti potranno vedere da vicino anche il corpo dell'ex monastero, con le sue ferite e il suo carico di storia».
Le sorprese iniziano subito. Basta percorrere pochi metri all'interno del corridoio che finora ospitava la pesca di beneficenza (accanto alla chiesa) per scorgere in fondo un affresco affiorato per caso, dopo lo spostamento di un'edicola votiva. Scoperta recentissima, tanto che il restauro è ancora in corso.
Proseguire la visita è come arrotolare il nastro del passato: arrivi nel chiostro e sembra di fare un salto nel XV secolo, quando nel monastero abitavano i frati Carmelitani. «Il motto ora et labora galleggia ancora nell'aria» aggiunge l'immaginifico Chierichetti, che con i suoi ragazzi terribili ha già messo in piedi un cartellone di 60 spettacoli e performance assortite di qui a fine Expo. Il destino del Carmine sembra questo: diventare un contenitore culturale di lusso per una città sempre più affamata di cibo per la mente. Non si vivrà infatti di solo teatro: al piano superiore giovedì 25 giugno sarà inaugurata una mostra di Contemporary Locus, l'associazione che recupera la memoria di luoghi dimenticati attraverso l'arte. E poi ancora musica, cinema e altri eventi in serie: il Carmine diventerà uno dei centri di gravità della movida intellettuale.
Questo, almeno, in attesa di decidere le sue sorti in via definitiva. Per il futuro si parla di spazi dedicati a botteghe d'artista, il sogno sarebbe metterci il Conservatorio. Pare invece tramontata l'idea di trasformare l'ex monastero in residenza popolare a canone calmierato. Forse al piano superiore, chissà.
Il bando che legava il suo destino al restyling di Sant'Agata è andato deserto, e ora l'amministrazione vuole scindere nettamente le due questioni: chi vuole l'ex carcere non dovrà più farsi carico di ristrutturare l'ex monastero. A quello penserà (gradualmente) il Comune, che già ha messo in sicurezza le parti pericolanti. «Procediamo a piccoli passi – ha spiegato Francesco Valesini, assessore alla riqualificazione urbana – La riapertura del passaggio è solo l'inizio, ma permette ai bergamaschi di riscoprire un sito poco noto, incastonato nel cuore di Città Alta, che emana un fascino discreto». Don Fabio Zucchelli, parroco di Sant'Agata, elogia il gioco di squadra portato avanti con Palazzo Frizzoni e sponsor privato: «È stato fatto un gran lavoro di rete. Viviamo tempi difficili, ma quando si recuperano questi edifici si contribuisce a restituire al mondo un po' di bellezza. Per vivere tutti un po' meglio».