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Bergamospia (si dice, non si dice) Il capitano che arrestò Fikri

Bergamospia (si dice, non si dice) Il capitano che arrestò Fikri
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Che cosa si dice, che cosa si scrive, ma soprattutto cosa non si dice e non si scrive (solitamente) della nostra città. Tra sussurri e grida una raccolta indiscreta.

La difesa di Bossetti vuol far testimoniare
l'uomo che arrestò il marocchino Fikri

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Tra i 711 testimoni citati dalla difesa di Massimo Bossetti c'è anche il capitano Giovanni Mura, ex comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Bergamo, l'uomo che per primo si mise sulle tracce di Yara Gambirasio e del suo assassino. Lo avvisarono il mattino del 27 novembre, alcune ore dopo la scomparsa, e lui capì subito che si trattava di una storia maledetta. Fu proprio Mura a seguire la pista del cantiere di Mapello, che poi portò dritta all'arresto di Mohammed Fikri, subito scarcerato in seguito all'ormai celebre errore di traduzione, definito “tragico” dalla pm Letizia Ruggeri durante l'udienza di venerdì scorso. Citando l'ufficiale, l'avvocato Claudio Salvagni vuole riaprire quella pagina, che per la pm è definitivamente (e da tempo) chiusa. Mura, se ammesso a testimoniare, sarebbe prezioso anche per ricostruire tutta la prima fase delle indagini, prima che prendessero la direzione del dna e dell'autista di Gorno. Tempo sprecato? Forse. O forse no.

 

Due uzbeki a spasso per Redona
con il taxista che ha perso la bussola

Due uzbeki arrivano alla stazione di Bergamo e prendono un taxi. Non è l'incipit di una barzelletta, ma di una figuraccia patita dalla nostra città. A riferirla una lettera spedita all'Eco di Bergamo. I due, in viaggio d'affari, chiedono di esser portati in un'azienda di via Legnano. Il tassista spiega subito che il luogo indicato non si trova a Bergamo, ma... a Redona. Poi parte e, una volta raggiunto il quartiere (cittadino, fino a prova contraria), inizia a vagare tra le vie, con il tassametro che ovviamente continua a scorrere. Ad un certo punto si ferma e dice di non riuscire a trovare l'indirizzo. Ma, sorpresa, è proprio davanti al portone della società di destinazione. Ad avvisare gli uzbeki ci pensano i loro ospiti, che osservano la scena dal balcone. Piano a giudicare il tassista, però. Forse veniva pure lui dall'Uzbskistan, chissà. O forse era sprovvisto di gps, congegno ormai montato anche sulle biciclette. La prossima volta, a scanso di equivoci, si porti almeno una bussola.

 

Altri profughi in arrivo e solo Bergamo dice sì
Per il prefetto sarà una lunga estate calda

Francesca Ferrandino vigile del fuoco per un giorno-4

Si entra in un'altra settimana rovente, e non solo per l'afa. Il fronte profughi si sta infatti surriscaldando ogni giorno che passa. Il prefetto Francesca Ferrandino ha messo alle strette i sindaci di Bergamo e dell'hinterland, chiedendo più spazi. Solo Bergamo ha dato la sua disponibilità, gli altri hanno risposto picche. Non sono mancate le scintille, con il sindaco di Orio che non ha gradito le bacchettate dell'assessore cittadino Maria Carolina Marchesi. Il rischio, adesso, è di alzare una tendopoli. I profughi infatti continuano ad arrivare, nei prossimi giorni sarà sfondata quota 800. Tra questi ci sono da collocare anche quelli momentaneamente alloggiati in due palestre. Soluzione che non è piaciuta a Matteo Rossi, presidente piddino della Provincia. E all'orizzonte spuntano i sindaci leghisti, che saranno ricevuti settimana prossima dal prefetto. Difficile che siano proprio loro ad aprire le braccia. Più facile che alzino le barricate. Luglio torrido, per il prefetto.

 

Bergamonews arriva per primo in Kurdistan
ma il troppo slancio gli costa uno scivolone

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Bergamonews corre troppo e incappa in uno scivolone. Il quotidiano online dà per primo la notizia del trevigliese fermato in Kurdistan - seguito a ruota da tutti i media orobici - però poi nella fretta appiccica in prima pagina la foto sbagliata, quella di un ragazzo che nulla c'entra con la vicenda.  Scoperto l'errore, la redazione sostituisce l'immagine con quella giusta. Nessun dramma, per carità. Capita anche ai migliori di sbagliare. E anche a chi non si tira indietro quando c'è da fare le pulci alla concorrenza. Come si dice: oggi a me, domani a te. Sportivamente parlando, si intende.