Bergamospia (si dice, non si dice) Anche i giornalisti vanno in vacanza
Che cosa si dice, che cosa si scrive, ma soprattutto cosa non si dice e non si scrive (solitamente) della nostra città. Tra sussurri e grida una raccolta indiscreta.
Bergamo è la città della luce accecante
che non vede più le sue zone d'ombra
Dopo gli “Itinerari di luce” lanciati dal Distretto del Commercio, ecco che tornano le ormai classiche “Notti di luce” della Camera di Commercio, che pure del Distretto è socia. Entrambe iniziative che illuminano la Bergamo da Expo, oh yes. E quando si spegneranno niente paura, si accenderanno le luminarie di Natale. Non si rischierà, insomma, di restare al buio. Tutte idee brillanti, per carità. Però, forse, un filo ripetitive. “City of blinding lights”, canterebbero gli U2. La città dalle luci accecanti. Che rischia di non accorgersi delle zone d'ombra del centro e dintorni. Eppure i negozi sfitti sono buchi neri che è difficile non notare. Cercasi luminosi progetti per riempire i vuoti. Non basta un Uomo della luce per riaccendere una vetrina.
Profughi in Val Seriana, derby su Facebook
Una pagina “contro”, un'altra è “pro”
Il dibattito sui profughi in Val Seriana diventa un derby su Facebook. Prima è nata la pagina “Salviamo la valle” per dire no all'arrivo dei richiedenti asilo. Salvarla da cosa o da chi non è ben specificato, però lo si immagina facilmente: la foto di copertina ritrae il presidio anti profughi andato in scena a Rovetta, tra ciclisti e anziani in canottiera. A oggi i “mi piace” della pagina sono 1.771. A leggere i post sembra di essere su una spiaggia, non in cima ai monti: “Nuovi sbarchi previsti!”. E pazienza se i migranti arrivano sotto la Presolana in pullman, mica in gommone.
La risposta solidale non si è fatta attendere: da qualche giorno è spuntata anche la pagina “Comitato di cittadini per costruire l'accoglienza – Valle Seriana”. Lo slogan è meno diretto, ma le intenzioni sono più che positive: «È impossibile che usando la testa non si riesca a costruire un'accoglienza civile, che segua le regole di convivenza». Si postano articoli di approfondimento sulle migrazioni, addirittura video educational. Finora, gli amici sono 371. Pochi, ma buoni.
Il grande caldo ha le ore contate
Ma i cammelli di Branzi hanno già freddo
Ultime ore di sofferenza in attesa dei sospirati acquazzoni. Fino a ieri l'afa non ha dato tregua, in tutta la provincia si è continuato a boccheggiare. Mentre le sorgenti sono scese ai minimi livelli, alla Celadina è saltata la rete elettrica, stressata dal superlavoro di condizionatori e ventilatori. Un pomeriggio di fuoco, visto che la colonnina ha sfiorato i quaranta gradi. Soffrono anche gli animali: un airone è stato immortalato sulle sponde del lago Branchino. Visto che i fiumi a valle sono in secca, tocca andare a rimediare il pesce in quota. Gli unici a passarsela bene in questi giorni sono stati i tre cammelli del circo che ha messo le tende a Branzi. Che bel caldino qui, avranno pensato. Da stasera toccherà mettergli la copertina.
La diaspora estiva dei giornalisti orobici
Dalle Marche fino all'isola di Pasqua
Anche i giornalisti vanno in vacanza. Come ogni estate, è iniziata la diaspora degli scrivani orobici. C'è chi resta in Italia, puntando su mete care e affidabili, come Pier Carlo Capozzi, grande penna dell'Eco. Una manciata di giorni spesa su e giù per le colline umbre e marchigiane, fermandosi ovviamente a degustare le specialità del posto, prima di salire a Rovetta per assistere alle amichevoli atalantine. Decisamente esotica la destinazione scelta da Matteo Spini, cronista di cose nerazzurre per la Gazzetta: da Facebook augura a tutti Buona Pasqua. Effetti del caldo? No, tutt'altro. Perché la cartolina arriva dalla remota Isola di Pasqua, quella degli inquietanti faccioni di pietra. Massimo Tengattini, già firma dell'Eco, ha scelto la vacanza mistica: zaino in spalla e via sul cammino di Santiago, che quest'anno attrae parecchi bergamaschi. Tra gli altri, il segretario Cgil Luigi Bresciani e il presidente della Comunità Ruah Bruno Goisis, con family al seguito. Decisamente più mondano invece Maurizio Bucarelli, che si rilassa tra campi da golf e cene a Portofino. Giorgio Gandola, direttore dell'Eco, si gode il tramonto sulle amene sponde del lago di Como, “di Clooney” come lo chiama lui. L'invidia è tutta nostra.