Mercatone Uno, la crisi è alle spalle Si fa festa allo store di Verdello
Mercatone Uno ricomincia da tre. L’operato dei tre commissari straordinari nominati dal Ministero per lo Sviluppo Economico nell’aprile scorso (Vincenzo Tassinari, Ermanno Sgaravato e Stefano Coen) sembra aver dato buoni frutti e la festa organizzata per il 24 luglio dalla direzione di Mercatone Uno di Verdello per la ripresa a pieno regime dell’attività sembra voler dire, finalmente, che il pericolo è passato. Soprattutto, i 50 dipendenti della provincia di Bergamo, che avevano visto il proprio posto di lavoro messo a rischio, possono tirare un sospiro di sollievo.
Il gruppo, che durante la fase di concordato preventivo aveva dichiarato di essere in grado di salvare solo la metà dei punti vendita a livello nazionale, in questo momento afferma di poter riportare immediatamente all’attività 50 negozi su 78 e di fissare come obiettivo la riapertura di altri 10, per arrivare ad un totale di 60. Entro l’anno, infatti, torneranno a regime i punti vendita di Roma, Tavernerio (Como), Carrè (Vicenza) e Pombia (Novara). Ma l’obiettivo di salvaguardare i livelli occupazionali si è scontrato con la necessità di far fronte ad un indebitamento di circa 420 milioni di euro e con un gruppo falcidiato da procedure di concordato (il marchio Tre Stelle, ad esempio, è stato interessato nella primavera di quest’anno dall’istanza di fallimento).
[Marzo 2015, un presidio al Mercatone Uno di Verdello. In 50 rischiavano il posto.]
La crisi e la preoccupazione. A gennaio, infatti, il gruppo Mercatone Uno, che ha la sua sede direttiva a Imola, ha presentato la richiesta di ammissione al concordato preventivo e, all’inizio di febbraio, a seguito di un incontro tra i sindacati e i vertici del gruppo, ha diramato una nota allarmante: «Per l'azione di risanamento si rende necessaria una ridefinizione del numero dei punti vendita che non si sostengono economicamente, che potrebbero essere circa la metà della rete attuale». Di fatto, 39 punti vendita a rischio a livello nazionale. A fine marzo, i dipendenti, esasperati dal riserbo tenuto sui nomi dei potenziali investitori e dall’incertezza sul loro futuro lavorativo, sono entrati in sciopero a livello nazionale: la scintilla è scoccata in seguito alla svendita speciale inaugurata dal gruppo, che avrebbe lasciato presagire la chiusura.
I tre commissari straordinari e la ripresa. Ad inizio aprile, in realtà, il gruppo ha beneficiato della cosiddetta Legge Marzano e il Ministro per lo Sviluppo Economico, Federica Guidi, ha nominato i tre commissari straordinari, che hanno ricevuto l’incarico di trattare con l’investitore (un gruppo italiano sul quale si continua a mantenere il riserbo) interessato ad acquisire la maggior parte dei punti vendita sul territorio italiano. La procedura di amministrazione straordinaria, a differenza delle altre procedure concorsuali come il fallimento o il concordato preventivo, ha l’intento di “conservare” il patrimonio dell’impresa per riportarla alla piena operatività e riguarda aziende di grandi dimensioni (con più di 500 dipendenti) compromesse da un pesante indebitamento (più di 300 milioni di euro).
Il ritorno alla piena operatività dei 50 punti vendita, la ripresa dell’erogazione del credito al consumo e il ripristino dei rapporti coi fornitori sono state le caratteristiche principali di questa prima fase di risanamento. All’inizio della crisi, durante il ridimensionamento, 10 punti vendita sparsi sul territorio nazionale erano stati chiusi. Successivamente il numero è salito a 28. Con la procedura di amministrazione straordinaria speciale, i dipendenti interessati dalla chiusura hanno iniziato ad usufruire della cassa integrazione a zero ore. Tutti gli altri hanno beneficiato del contratto di solidarietà, ma attualmente sono interessati anch’essi dalla cassa integrazione, seppure a rotazione.
In ogni caso l’obiettivo è quello di vagliare le manifestazioni di interesse delle società che si sono mostrate disposte a rilevare le attività del gruppo Mercatone Uno e su questo versante, pare, le notizie sono buone: alla scadenza del 30 giugno del bando indetto dai commissari sono state 53, e 10 di queste riguardano proposte d’acquisto di tutto il gruppo, e non di singoli negozi. Si tratta di altre società del settore della grande distribuzione, di società attive nel campo immobiliare e anche di fondi di investimento.
La Notte Gialla allo store di Verdello. Proprio l’ottimismo per le manifestazioni di interesse e per la riapertura dei punti vendita ha spinto la società a lanciare l’iniziativa della Notte Gialla, fino alle ore 24 di oggi, che interesserà anche lo store di Verdello. L’obiettivo è quello di rilanciare l’attività e di ricostruire il rapporto di fiducia con i clienti e con i fornitori che era stato messo a dura prova dalla crisi.