Donne che giocano a calcio
Le ragazze amano il pallone. Al contrario di quello maschile, il calcio “in gonnella” è però praticato esclusivamente a livello dilettantistico. Mancano i fondi ed è la passione a far sì che in Bergamasca ci siano circa 900 ragazze che giocano a calcio (a livello amatoriale nel Csi) e 240 che lo fanno a livello dilettantistico nella Figc. La squadra bergamasca più forte è il Mozzanica, che gioca in serie A, mentre la calciatrice nostrana più famosa è Melania Gabbiadini attaccante della Nazionale allenata da Antonio Cabrini, l’ex campione del mondo di Spagna ’82 ed ex terzino della Juventus.
Le big bergamasche.
La calciatrice bergamasca più famosa è Melania Gabbiadini. Sorella di Manolo, attaccante della Samp cresciuto nel vivaio atalantino, la trentunenne è un punto fermo della nazionale e punta dell’Agsm Verona con cui ha vinto 4 scudetti, 2 coppe Italia e 3 supercoppe nazionali. A livello di affermazioni individuali è stata nominata calciatrice dell’anno 2012 e 2013. Melania inizia a giocare a calcio a 9 anni, nel 1992, e fino al 2000 milita nella squadra a 7 del suo paese d'origine, che disputa i campionati del Csi. Nello stesso anno passa all'A.C.F. Bergamo R, squadra di Serie B, dove rimane fino al 2004, stagione in cui realizza 24 reti in campionato. Nonostante ciò, tutto il calcio femminile organizzato dalla Figc è dilettantistico compresa le serie A, B e C. Come le colleghe di nazionale e della serie A Melania non è una professionista: « Gli ingaggi sono bassi, per le più forti c’è un tetto agli stipendi (26.500 euro netti). Questo non ci permette di vivere solo di calcio perchè, quando sarà finito tutto, ci si ritrova a mani vuote. Siamo in un paese dove conta solo il calcio maschile, è un paese maschilista purtroppo – dice Melania -. C’è bisogno di un cambiamento radicale, ma sarà molto difficile. Serve attenzione da parte di tutti, media e giornali, e far conoscere la nostra realtà già alle bambine, nelle scuole». Infine, c’è un problema di soldi. Per mancanza di fondi, ogni anno vengono trasmesse su RaiSport solo alcune partite del girone di ritorno del campionato femminile (mai menzionato però nei principali programmi sportivi).
Tra le più forti calciatrici bergamasche ci sono Alessia Gritti, 27 anni, di Leffe, portiere del Mozzanica che lavora in uno studio notarile a Bergamo. Da sei anni titolare, nel giro della Nazionale. A seguire, sempre tra le fila del Mozzanica, Penelope Riboldi, 28 anni di Dalmine, esterno d’attacco (alla Bonaventura) che ha disputato la Champion’s league femminile con il Tavagnacco. Infine, Martina Cortesi, 28 anni di Castel Rozzone, per anni ha disputato la Champion’s con la Torres (una delle squadre italiane più forti insieme all’Agsm Verona, al Tavagnacco e ultimamente al Brescia) e ora in forza all’Inter femminile.
La nazionale e le big italiane di sempre.
A guidare la Nazionale è Antonio Cabrini, indimenticato campione del mondo di Spagna ‘82. In base alla classifica emessa dalla FIFA il 28 marzo scorso, l’Italia risulta occupare il 12º posto del FIFA/Coca-Cola Women's World Ranking. Nell’ultimo campionato Europeo disputato nel 2013 le “azzurre” sono arrivate ai quarti di finale, ma i migliori risultati di sempre sono stati due secondi posti agli Europei del 1993 e del 1997. La calciatrice italiana più famosa di sempre e simbolo del calcio femminile per molti anni è stata Carolina Morace (105 reti in serie A), oggi la sua erede è Patrizia Panico. Nata a Roma 37 anni fa, undici volte capocannoniera della Serie A, ha segnato 500 reti in 550 partite, vincendo già otto scudetti. In Nazionale è la seconda bomber di sempre (96 reti, ma si sta avvicinando alle 105 della Morace), e soprattutto è il calciatore italiano con più presenze (179, contro le 136 di Fabio Cannavaro).
I numeri in Bergamasca.
A praticare il calcio femminile in Bergamasca sono 1140 ragazze, dalle piccoline di sette anni fino alle quarantenni. Il calcio femminile si suddivide tra le squadre Figc e Csi. In Figc tra serie A, B, C e D ci sono sei prime squadre: Mozzanica, che disputa il campionato di serie A, Orobica neopromossa in A, Femminile Villa Valle in B e Nerazzurra Femminile, Zogno 98 Valle Brembana e Cavernago tutte in serie D. Il Mozzanica e l’Orobica hanno anche le squadre “Primavera-Juniores” e giovanissime e complessivamente in Figc giocano 240 ragazze. Nel Csi, invece, le squadre sono 38, distinte tra calcio a 7 e calcio a 5. Il primo è nato oltre 30 anni fa, conta attualmente 27 formazioni divise in due gironi, 740 ragazze (520 disputano il girone adulti che comprende due gironi, mentre 220 sono bambine dagli anni 2000/2001 in avanti, fino al 2007, che disputano il campionato “misto” insieme ai ragazzi), mentre il calcio a 5 è di formazione più recente (stagione 2004/2005), conta 162 ragazze divise in 11 squadre per un girone unico.
Il Mozzanica e le altre bergamasche.
A Bergamo la squadra più importante è il Mozzanica che gioca in serie A e ha chiuso il campionato in quinta posizione, alle spalle di squadre dalla tradizione storica (Torres, Agsm Verona, Tavagnacco e Brescia che quest’anno ha vinto il suo primo scudetto). Presidente della società è l’imprenditore edile Luigi Sarsilli, a cui l’idea è venuta guardando giocare a pallone sua figlia. Si è appassionato, ha fondato il Mozzanica e l’ha portato dalla serie D alla A. «Il mio obiettivo è lo scudetto», sogna a occhi aperti a bordo campo. «Certo non ci si guadagna», ammette, «e la Federazione italiana giuoco calcio non ci mette un euro». Angela Locatelli, 26 anni, capitano del Mozzanica vorrebbe dedicare più tempo al pallone, ma non può. In Italia, il calcio femminile è infatti dilettantistico. Significa che per campare devi trovarti un altro lavoro. Angela studia e dà una mano nella pasticceria di famiglia: «Da noi c’è chi guadagna 200, 500 euro al mese, nessuna supera i mille». Siccome tutte le giocatrici del Mozzanica studiano o lavorano, ci si allena tre volte a settimana, e di sera, che d’inverno non è proprio il massimo. A Mozzanica, tra prima squadra e squadre giovanili, si contano circa 65 ragazze. Fresca di promozione in serie A è l’ Orobica che conta 84 ragazze suddivise tra prima squadra, due squadre primavera e una di giovanissime. Le squadre giovanili sono tutte giunte a metà classifica. La storia della società nasce nel 2004, ma la struttura attuale (guidata dal presidente Antonio Marini) è più recente e risale al 2010: «Siamo subentrati alla vecchia struttura come genitori delle ragazze che volevano continuare a giocare – racconta Patrizia Meroni, dirigente della società -. La passione delle nostre figlie per questo sport ci ha fatto rimboccare le maniche: è da lì che nasce il nostro impegno, un volontariato puro, dove le difficoltà sono tante e anche i costi (20 mila euro per la sola iscrizione al campionato di serie B e il campionato delle più giovani è regionale, quindi ci sono anche i costi del trasporto). Nonostante ciò, la crescita del numero di ragazze in quattro anni si è quadruplicata: dalle iniziali 14 alle 84 attuali». In questo boom bisogna considerare che molte ragazze dell’Atalanta femminile calcio, società che non esiste più, sono passate all’Orobica. In serie B da tre stagioni, sul campo di Villa d’Almè gioca il Villa Valle giunto a metà classifica e, infine, in Serie D giocano la Nerazzurra Femminile (ad Almenno San Salvatore), lo Zogno 98 Valle Brembana e il Cavernago.
La squadra storica del Csi e le prime della classe.
Una delle primissime squadre di calcio femminile a Bergamo (disputa il campionato dilettanti a 7) è stata la Marinelli di Comenduno di Albino. La nascita della squadra risale ai primi anni ’80 quando il calcio in gonnella era ancora del tutto sperimentale. «Eravamo un gruppo di amiche con la passione del calcio. I colleghi maschi ci dicevano di andare a casa a fare la calza, ma noi ci credevamo e abbiamo proseguito a testa alta nella nostra passione» dice Marilena Signori, prima calciatrice e poi allenatrice della squadra. I fatti le hanno dato ragione. Nel tempo la formazione della frazione di Albino ha conquistato sei titoli di campionesse provinciali e un titolo regionale, oltre alla partecipazione ai campionati nazionali. Oggi le rossoblù, il colore sociale della squadra, vantano una rosa di 18 ragazze di età che varia dai 13 ai 40 anni. «Nonostante età profondamente diverse, siamo tutte accomunate da una grande passione e facciamo gruppo. Anche se, a dire il vero, le giovani sono più sveglie di noi vecchia guardia: vogliono subire fare la partitella, mentre noi ci scaldiamo di più». Il livello delle atlete e delle giocate con il tempo è cresciuto. «C’è attenzione agli schemi, anche se personalmente, quando vanno in campo le mie ragazze, dico loro di giocare con il cuore». Quest’anno la Marinelli è arrivata terza in campionato, mancando per un soffio la qualificazione ai playoff. Ci riproverà l’anno prossimo. Nel campionato a 7 quest’anno a giocarsi i playoff sono Aurora 94 contro AD Calcio Almè e Almer Bergamo contro Calcinatese. Nel calcio a 5, invece, il campionato è stato vinto dallo Zogno98Femminile, al secondo posto La Pace calcio a 5 e terza Sicur Tecnica srl.
I numeri del calcio femminile nel mondo.
Secondo gli ultimi dati forniti dall’ Uefa (2012) la regina del pallone femminile è la Germania con circa 250 mila giocatrici tesserate e vincitrice dell’ultimo Campionato Europeo del 2013, seguita da Norvegia (110 mila), Svezia ed Inghilterra (90 mila), Olanda (82 mila), Danimarca (78 mila), Turchia (65 mila) e Francia (58 mila). L’Italia è al 13esimo posto con 22.743 calciatrici, poco più avanti di Spagna (21 mila), Grecia (3.500) e Portogallo (1700). E’ soprattutto alla Germania che si deve guardare. La Nazionale tedesca ha vinto due mondiali e sette dei dieci Europei mai giocati (due la Norvegia, uno la Svezia), i suoi club hanno conquistato sei su undici Champions (l’Italia non ha mai vinto) e la Nazionale è seguita in tv da 14-16 milioni di persone, cancelliera Merkel inclusa. Il boom tedesco lo si è avuto dopo un ingente investimento della Federazione Calcio, la Dfb, che nel 2006 ha fornito 100mila palloni e 400mila magliette alle bambine di 22mila scuole elementari e così ora esistono circa 5.500 società di calcio femminile.