Uno studio dalla Svizzera

La dieta è tutta questione di testa Se siete stressati, lasciate stare

La dieta è tutta questione di testa Se siete stressati, lasciate stare
Pubblicato:

Potrebbe essere proprio la fine della vacanza, quando i livelli di stress sono pari a zero, il periodo migliore per iniziare la dieta ed avere, soprattutto, qualche probabilità di successo in più. Pare infatti che essere tesi, nervosi, irritati e irritabili - in una parola: stressati - possa fare abbandonare qualsiasi motivazione di fronte a una tentazione dolce o salata che si presenti agli occhi o sia a portata di mano. Lo decreterebbe uno studio recente, dell’Università di Zurigo, in Svizzera, pubblicato sulla rivista Neuron.

Lo stress e il cervello, un esperimento. Pare gli studiosi siano giunti a una possibile soluzione nel capire come mai il più delle volte le nostre diete falliscano miseramente. Colpa dello stress - infingardo compagno delle nostre giornate - che agisce inibendo i meccanismi responsabili, a livello cerebrale, dell’autocontrollo e della motivazione. Ci sono arrivati per la prima volta alcuni scienziati di Zurigo, che hanno sottoposto un piccolo gruppi di volontari maschi – solo 51 – a uno strano ma funzionale esperimento. Dapprima li hanno invitati a rispondere a un questionario in cui dovevano suddividere dei cibi tra saporiti, i cosiddetti alimenti consolatori ricchi di gusto e piacere per il palato, e salutari, ovvero quelli poco gratificanti.

 

 

Poi il gruppo è stato diviso in due parti, una sottoposta a un cold-stress, ovvero all’immersione delle mani in acqua gelata per tre minuti, l’altra con la stesso esperimento, ma a temperatura ambiente. Nel frattempo, mentre le mani sguazzavano nelle rispettive acque, su uno schermo venivano mostrate alcune immagini mangerecce: di cibi golosi come patatine, biscotti, o di alimenti sani, principalmente frutta. Intanto, i volontari erano invitati a scegliere quello che ritenevano più salutare.

Tutto l’esperimento è stato monitorato da una risonanza magnetica funzionale, utile a capire come i neuroni e i circuiti cerebrali funzionino di fronte a questo tipo di scelte. È successo che il 24 percento in più dei volontari, tra i sottoposti a cold-stress, alla fine avevano deciso di cedere ai cibi ricompensa, rispetto ai non stressati, che avevano dimostrato maggiore forza di volontà. La ragione, secondo i ricercatori,  starebbe nel fatto che, per quanto possa sembrare limitato, lo stress produce comunque una reazione organica simile a quella che avviene dopo una litigata sul posto di lavoro o con il coniuge, o di un imbottigliamento nel traffico quando si è in ritardo per un appuntamento. E sarebbe proprio lo stress a far calare la nostra forza di volontà.

 

 

Qual è il motivo. Lo ha chiarito la risonanza magnetica, la quale ha evidenziato come di fronte a uno stress di qualsiasi natura si alterino le attività cerebrali deputate all’autocontrollo e alla forza motivazionale. In particolare vi sarebbe un aumento della connettività di alcune aree della corteccia (quella prefrontale ventro-mediale, l’amigdala e le regioni striatali) che di norma ci guidano nella scelta e nella definizione dei vari sapori, contrapposta a un'inibizione di connettività di un’altra area della corteccia (quella prefrontale ventro-mediale e le regioni corticali prefrontali dorso-laterali), che invece regola in maniera positiva o negativa il nostro autocontrollo. In tutto questo lavorio ci si mette pure il cortisolo, l’ormone dello stress, il quale, sentendosi a casa propria, favorirebbe l’attività di quella parte del cervello dedicata ai sapori, rinforzando anche le connessioni tra quell’area e le parti del cervello deputate a gestire i giudizi e le attività decisionali. Mentre lo stress, dal canto suo, rende arrendevoli i buoni propositi che dovrebbero aiutare a raggiungere e a prestare fede a un obiettivo anche se a lungo termine, come quello della dieta.

Che cosa si è capito. In buona sostanza che l’autocontrollo che gestisce le nostre scelte non risiede in un’unica regione cerebrale ma che invece implica un complesso dialogo tra diverse parti del cervello, le quali agirebbero come un interruttore, in grado cioè di accendersi e spegnersi a seconda degli stimoli ricevuti. Ma non solo, sembrerebbe che, affinché forza di volontà e autocontrollo mantengano i loro buoni propositi, entrambi devono agire in perfetta sincronica, senza alcun elemento di stress a destabilizzare il loro delicato equilibrio. In attesa che si capisca, a questo punto, come agire strategicamente e in maniera efficace sul cervello, l’indicazione degli esperti è evitare di avere in casa cibo spazzatura, il primo che cerchiamo dopo qualsiasi giornata nera.

Seguici sui nostri canali