Loretta Goggi, ogni giorno è buono
Regina incontrastata del mondo artistico, poliedrica star di tutte le espressioni di spettacolo, Loretta Goggi è una donna piena di verve e spontaneità, padrona di un fascino tale da sottrarla quasi per magia ai rigori dell’età. La curiosità verso la vita, la voglia mai sazia di sorprendersi sono forse alla base di un successo che non conosce ombre.
Signora Goggi, per lei la vita è un gioco?
«Un gioco da costruire con passione senza tenere mai un atteggiamento passivo. In realtà non essendo per niente fortunata al gioco faccio sempre attenzione all’alea, condizione fuori controllo dalla quale cerco di tenermi lontana ».
Se avesse pennello e colori come si dipingerebbe?
«Come un vulcano che non erutta ma fa le fumarole come lo Stromboli. Non sono affatto una gatta morta, né mi sento esplosiva: piuttosto una pentola in ebollizione perenne tra passi evolutivi e altri involutivi, comunque sempre in cerca di novità».
Cosa preferisce indossare per stare a suo agio?
«In questo sono molto mutevole, quindi vesto come mi sento in un determinato momento: posso mettere un abito sexy oppure starmene in tuta, indifferentemente».
Meglio una seduta dall’estetista oppure un libro e un buon caffè?
«Per carità, per me il trucco o affidarmi al parrucchiere fanno parte del lavoro e ne ho abbastanza. Perfetto perciò il libro con il caffè, senza sigarette. Dopo aver deciso di smettere con il fumo ho constatato un grande benessere e la mia voce ne ha guadagnato».
Passeggiare all’aperto o coccolarsi in casa mentre fuori piove?
«Sono meteoropatica e la pioggia mi butta giù. Amo troppo l’aria aperta anche perché mi piace aspirare tutti i profumi possibili, quelli che mi scaldano il cuore».
Vivere alla grande è vivere da star?
«Per niente. Per me significa vivere in libertà e amare chi mi circonda, a dispetto degli spiriti inquieti che magari non apprezzano certe gioie semplici».
Come arrederebbe la casa dei suoi sogni?
«Non so…Certo non piena di cose, perché amo gli spazi. Invece casa mia è piena zeppa di quanto ho raccolto strada facendo: in fondo mi somiglia, perciò finisco con l’amarla così».
Qual è la colonna sonora della sua vita?
«Quella che scaturisce dalla mia interiorità. Spesso mi capita di parlare da sola, o meglio con me stessa e mi sembra di produrre una condizione simile all’armonia, tanto difficile da raggiungere».
Meglio vivere molte ‘maledette primavere ’ o una sola, dolce, perfetta e magari un po’ banale?
«La mia vita è stata spesso costellata di rimpianti, di ‘rose che non colsi ’, di maledettissime primavere e di scosse tremende. Una vita in chiaro-scuro sospesa tra bisogno di certezze ed emozioni forti. Non saprei vivere diversamente, così ogni giorno è buono per rimettermi in gioco».