L'autogol di Livaja:a Bergamo s'è bruciato lui
Di professione dovrebbe fare il bomber. In realtà, continua a segnare nella porta sbagliata. Marko Livaja, 20 anni, croato, 2 stagioni a Bergamo, 31 presenze e 4 gol, ha approfittato dell'amichevole con il Toro a Riscone di Brunico, per sputare veleno sull'Atalanta, su Colantuono e sugli ex compagni. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il ragazzo che diede un pugno in allenamento a Radovanovic e, dopo essere sostituito durante la gara con il Verona, scrisse "Italiani bastardi" su web, ha raccontato la sua verità.
Colantuono un giorno gli disse: «Le regole si rispettano, a me l'anarchia dà fastidio». Livaja ha risposto così: «Non sono io che non ho rispettato le regole, ma altri che hanno usato i tifosi. Arrivavo dall'Inter, mi hanno preso di mira, c'era invidia fra i compagni. E Colantuono non mi ha aiutato, anzi. In allenamento ci siamo presi, se non ci dividevano i compagni, non so come sarebbe finita».
E ancora: «E' iniziato tutto a gennaio, sono rientrato dalla Croazia con un virus, non mi sono allenato, dopo quattro giorni è passato. Erano venuto a trovarmi i miei genitori, mi hanno visto a pranzo con loro al ristorate e sui giornali mi hanno massacrato "Non si allena e va al ristorante"».
Immaginate i tifosi. Insulti su Facebook, alla mia famiglia, anche dopo Atalanta-Verona. «L'allenatore mi aveva sostituito dopo sei minuti nel secondo tempo, ero arrabbiato, dietro la panchina i tifosi mi hanno dato dello zingaro, insulti razzisti, minacce alla famiglia: ho detto basta. Sì, ho scritto italiani bastardi, ma ce l'avevo solo con quei quattro tifosi, io la faccia la metto sempre».
Premesso che sia comprensibile il risentimento di Livaja per gli insulti che ha ricevuto, manifesto segno di inciviltà da stroncare senza se e senza ma, nello sfogo del croato ci sono troppe cose che non tornano.
1) Anziché attaccare Colantuono a scoppio ritardato, Livaja queste cose avrebbe dovuto dirle subito e pubblicamente, visto che lui "ci mette la faccia" e non due mesi dopo essere andato al Rubin Kazan.
2) Livaja dovrebbe avere la buona creanza di fare e nomi e cognomi dei compagni che l'avrebbero "invidiato" perchè arrivava all'Atalanta dall'Inter (manco a Bergamo fosse arrivato Messi).
3) Livaja dovrebbe cortesemente citare per nome i giornali che "l'hanno massacrato", perché è ora di piantarla con le generalizzazioni e la tiritera della stampa cinica e bara. E, già che c'è, Livaja ci spieghi perché, se è stato 'massacrato' da questi giornali, non li abbia querelati o citati per danni.
4) Se Colantuono ha sostituito Livaja dopo sei minuti della ripresa della gara con il Verona è perché la palla l'attaccante non l'aveva vista mai: Colantuono ha fatto benissimo a toglierlo dal campo. E basta con i giocatori che se la prendono ogni volta che vengono richiamati in panchina: se Livaja avesse registrato almeno la metà della media gol di Denis (44 gol in 106 gare ufficiali con l'Atalanta), sarebbe diventato un titolare inamovibile.
5) Livaja non ci ha spiegato perchè a Bergamo abbia fallito, pur essendo stato messo nella migliore condizione di esprimere il suo talento. A Bergamo s'è bruciato lui.
Forse, un giorno capirà che cosa si sia perso.