Cinque notizie che non lo erano Tra Iene e pomodori italo-cinesi
1) I pomodori cinesi etichettati come italiani
Il ritorno del programma televisivo di Mediaset Le Iene ha scatenato una pioggia di reazioni sui social network e non solo, raccontando l'inefficacia delle leggi sulla provenienza delle merci. L'inviata Nadia Toffa si è recata in un normale supermercato, mostrando una passata di pomodoro apparentemente italiana, che però è risultata essere prodotta con pomodori non italiani, ma probabilmente cinesi. Il motivo è semplice, ovvero il prezzo molto ridotto della verdura che viene dall'Oriente, a fronte ovviamente di una minore qualità e di controlli molto meno accurati ed efficienti. Nel corso del servizio, mandato in onda il 27 settembre, è stata mossa un'accusa pesante nei confronti della legislazione italiana, che di fatto permetterebbe a chiunque di produrre una passata di pomodoro Made in China, salvo poi venderla come Made in Italy.
Il Fatto Alimentare già a giugno raccontava in un articolo lo spauracchio della passata di pomodoro cinese, spiegando come in realtà sia soltanto una bufala che da anni si è diffusa in rete, come strumento per mostrare la necessità di difendere il Made in Italy. Anche Le Iene hanno dovuto ammettere di non avere prove concrete su quanto hanno affermato, ed infatti le uniche fonti che hanno presentato sono informatori misteriosi, che però non hanno potuto fornire altro che racconti personali. Nadia Toffa ha mostrato ad esempio un contenitore di passata chiamata Salsa Napolitana, che non è nemmeno un prodotto italiano, bensì proviene dalla Comercial Gallo, un'azienda spagnola.
La legislazione italiana, a scanso di equivoci, prevede nel decreto ministeriale del 17 febbraio 2006 che «nell'etichettatura della passata di pomodoro [...] deve essere indicata la zona di coltivazione del pomodoro fresco utilizzato». Escludendo quindi eventuali scorrettezze, non si può dire che la provenienza dei pomodori nelle passate sia inaffidabile, esistono infatti leggi e controlli atti a verificare la veridicità di quanto dichiarato sulle confezioni.
2) I Simpson veggenti e il caso Donald Trump
Passiamo a Matt Groening tutte le informazioni relative ai nostri complotti terroristico-calcistici in modo da fargli...
Posted by Protesi di complotto on Venerdì 25 settembre 2015
La campagna elettorale di Donald Trump negli USA sembra continuare, nonostante ci siano state diverse battute d'arresto dovute principalmente a gaffe e dichiarazioni infelici da parte del candidato repubblicano. Trump è un personaggio di spicco dell'economia americana, tanto che da diversi anni ormai si vociferava di una sua imminente candidatura in politica, che è stata poi puntualmente presentata. Nei social network addirittura circola una foto che mostrerebbe un fotogramma di una puntata risalente all'anno 2000 del famoso cartone animato I Simpson, in cui verrebbe mostrata una scena, con protagonista Trump, sorprendentemente simile ad una fotografia scattata poche settimane fa.
Un episodio simile si era già verificato in occasione dell'elezione di Barak Obama, il cui discorso di insediamento alla Casa Bianca sarebbe stato previsto in maniera fotografica da un altro cartone, South Park. In entrambi i casi però si è trattato di uno scherzo, perché entrambe le puntate mostrate sono in realtà state trasmesse successivamente ai fatti, non facendo altro che riprodurre quanto era già successo poco tempo prima. La puntata dei Simpson è infatti del 2015, l'immagine è stata creata dalla pagina Facebook Protesi di Complotto che si diverte a prendere in giro le varie teorie complottiste diffuse in rete. Il montaggio è stato però scambiato per vero da alcune pagine che, al contrario, raccolgono proprio queste strane teorie.
3) Il New Yorker si legge con i visori a realtà virtuale
Le principali agenzie di stampa italiane, compresa l'ANSA, sono cadute in una simpatica burla escogitata dai lavoratori del New Yorker, uno dei maggiori giornali della Grande Mela. In un video, condiviso proprio sul sito del New Yorker, viene presentata la nuova app per la realtà virtuale, che permetterà a tutti di leggere un giornale virtuale, indossando un visore. Il filmato mostra diversi giornalisti che elencano le comodità e le funzionalità di questo nuovo modo di leggere, spiegando tutti gli aspetti positivi che questo genere di tecnologia può offrire al lettore.
Con il passare dei minuti però ci si rende conto che qualcosa non va, e infatti diventa sempre più chiaro che si tratta di un simpatico scherzo organizzato dalla redazione del New Yorker. Una sorta di pesce d'aprile fuori stagione, a cui però in molti hanno creduto, sia per la moda ormai dilagante dei visori, sia per la serietà che normalmente viene quasi ostentata dalla testata statunitense.
4) La festa islamica dello sgozzamento
Durante la mattinata di giovedì 24 settembre si è svolta al Lazzaretto di Bergamo la Festa del Sacrificio islamica. Se a Bergamo si sono mosse polemiche soprattutto per la concessione dello spazio ad un ente religioso, fatto inusuale secondo la Lega Nord, in altri Comuni sono state sollevate accuse ben più gravi. Alcuni giornali hanno raccontato una realtà diversa, spiegando che la Festa del Sacrificio sarebbe in realtà la Festa dello Sgozzamento, durante la quale sarebbero stati sgozzati vivi in pubblico centinaia di agnelli, lasciati a morire dissanguati secondo un antico rito.
In realtà la Festa del Sacrificio è una festa molto simile alla pasqua cristiana o a quella ebraica, consiste infatti in un momento conviviale in compagnia di amici, familiari e sconosciuti che appartengono alla comunità. In nessun caso sono stati documentati atti di barbarie nei confronti degli animali, che sono stati macellati in un luogo preposto, nel rispetto della legge italiana, la quale autorizza la macellazione soltanto in luoghi riconosciuti idonei all'esportazione di carni. Anche a Bergamo, dove l'evento era aperto ed è stato documentato da diversi fotografi e giornalisti, si è svolta una normale celebrazione religiosa, con civiltà ed ordine, lasciando gli spazi comunali puliti com'erano stati concessi il giorno precedente.
5) Monaco morto da 90 anni, sembra ancora vivo
È apparso questa settimana un articolo su La Stampa, che racconta il mistero di un monaco buddista, morto ormai da 90 anni, il cui corpo però sembra ancora in perfetto stato. Secondo quanto scritto, il monaco avrebbe un ottimo aspetto, i capelli continuerebbero a crescere e la sua temperatura corporea si aggirerebbe attorno ai 35,3 gradi, il tutto senza che sia stata operata alcuna procedura di imbalsamazione. La "notizia" in realtà non è nuova, già altri giornali nel corso dell'anno hanno fatto cenno a questa strana storia, che però non ha praticamente nulla di vero.
Il caso è noto, tanto che perfino su Wikipedia si parla del Lama Itigilov e della conservazione del suo corpo. Proprio sulla pagina Wiki viene spiegato che gli scienziati hanno trovato nel corpo un'anormale quantità di bromo, che secondo gli esperti, insieme alle condizioni della bara e alla composizione del suolo, spiegherebbe il rallentamento del processo di degrado del corpo. L'ipotesi di un processo di imbalsamazione non è stata del tutto esclusa, così come la mancanza di qualche gene responsabile della rottura della struttura cellulare, ma non c'è dubbio sul fatto che la temperatura del corpo sia al di sotto dei 20 gradi, segno assoluto di morte. È stata esclusa anche la crescita dei capelli.