Reja in sella contro la Fiorentina Se scaliamo questa vetta, ci siamo
Oggi c'è il Giro di Lombardia e il solo pensiero fa brillare gli occhi a Edy Reja, grande appassionato di ciclismo. Corsa tosta, dice il mister. Un po' come la sfida che aspetta l'Atalanta questa sera contro la Fiorentina. Uno scontro d'alta quota, visto che i viola sono primi e i nerazzurri sesti. Reja assapora il clima delle ore che precedono la partita, concedendosi volentieri alle domande dei cronisti: più che una conferenza stampa, ne vien fuori un forum sul calcio.
Firenze, Dolomiti. A Firenze saremo impegnati in un tappone dolomitico. I viola hanno grandi valori, come si è visto in questa prima parte di stagione. Nel precampionato hanno battuto Barcellona e Chelsea e non può essere un caso. Propongono continuamente la fase offensiva e sono dotatissimi dal punto di vista tecnico. Complimenti a Della Valle, che ha iniziato un percorso di grande livello organizzativo. In questi anni non hanno mai sbagliato uomini. Nessuno pensava che Sousa potesse fare questi risultati. Organizzazione, signorilità e capacità sono i loro segreti. Ma attenzione, noi non vogliamo essere da meno.
Uomini e moduli. Al di là dei moduli conta sempre l'atteggiamento positivo: i viola cercano sempre la finalizzazione, tutti partecipano alla fase offensiva. Pensano e giocano velocemente, ma per riuscirci devi sempre sapere prima cosa fare. Giocano a due tocchi, verticalizzano sempre. Questo è il calcio che si deve fare oggi. E chi ha più tecnica è avvantaggiato. Se una squadra lavora così significa che l'insegnamento tattico è quasi perfetto. La Fiorentina mi ha impressionato, lotterà fino alla fine per il vertice, anche perché gli altri sono in ritardo. Noi dovremo far bene la fase di contenimento e le ripartenze. Stiamo iniziando ad avere più sicurezza, ma mi piacerebbe concretizzare di più. Facciamo gran volume di gioco, arriviamo in area facilmente ma concludiamo troppo poco.
Bella sfida. La classifica gratifica il nostro lavoro, è bello questo scontro al vertice. Ma non siamo venuti fuori per caso. I risultati sono frutto di una programmazione. Però abbiamo bisogno ancora di verifiche, stiamo calmi e tranquilli. Bisogna sempre migliorare. Finora il calendario ci ha favorito, noi lo abbiamo saputo sfruttare bene. Da domani in avanti verificheremo la vera forza di questa squadra. Un pari? Firmare no, però portar via un risultato utile vorrebbe dire che ci siamo davvero. Sarebbe tanta roba. E a Firenze le statistiche mi premiano...
Da Fernandez a Moralez. Loro hanno fior fior di giocatori. Basti pensare che uno come Mati Fernandez è in panchina. Poi hanno recuperato anche Rossi, un talento straordinario. E straordinario è anche Kalinic. Quando allenavo l'Hajduk me ne parlavano, lui era andato via l'anno prima. Aveva già doti incredibili ma era un po' pigro. Adesso si è completato. Ma attenti al nostro attacco. Tentiamo sempre di non dare riferimenti offensivi, ai miei chiedo di cambiare spesso posizione, di giocare tra le linee. Questo è possibile perché sia Moralez che Gomez sanno sia rientrare che allargarsi.
Squadra che vince non si cambia. Cambiare una squadra che va bene non è facile. Anche chi sta fuori però mi sta mettendo in difficoltà: tutti lavorano bene e in campo si vede. Contro la Samp nessuno ha giocato sottotono. Perciò come fai a cambiare? Carmona sta benissimo, però lavora con il gruppo da giovedì. Può essere un'alternativa, ma Grassi mi serve per le penetrazioni e per il gioco aereo a metà campo. Deve crescere e migliorare, ma lo può fare solo giocando.
Campionato rebus. È un campionato indecifrabile, anche a causa del profondo rinnovamento di molte big. Mi aspettavo che la Roma, finalmente con una punta centrale, partisse meglio. Poi chi pensava che la Juve avrebbe trovato difficoltà? Però è una squadra giovane con altissimi valori: quando troveranno equilibrio otterranno grandi consensi e risultati. Hanno lavorato in prospettiva. Il Milan è in continua evoluzione, l'Inter da gennaio ha cambiato tanti giocatori. Mancini è riuscito a farsi comprare giocatori di qualità, ora serve pazienza. Il Napoli era forte davanti già prima, adesso si è sistemato anche dietro. E Reina ha riportato il carisma che mancava.