Festival di Venezia, sola andata
Sotto lo sguardo di Antoine Dionel, il piccolo protagonista dei 400 Colpi, la Mostra del Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha acceso i riflettori. La città stata risvegliata dal fragore dei martelli pneumatici, dal via vai delle escavatrici, dalle voci degli operai. È in pieno svolgimento la ristrutturazione della “fossa dei leoni”: la Sala Darsena, dove la stampa del mondo intero applaude i film in anteprima. Dal 27 agosto al 7 settembre accoglierà il pubblico con un volto completamente rinnovato. Fiore all’occhiello del progetto è il nuovo tunnel di collegamento con la Sala Grande del Palazzo del Cinema che consentirà le anteprime simultanee di fronte a una platea complessiva di 2500 persone. Ogni anno si profila una nuova storia e noi siamo testimoni di questo film emozionante che si perpetua nel tempo. Inquadrato nel vasto scenario della Biennale, il Festival del cinema di Venezia raccoglie grandi proiezioni, celebri ospiti ed esclusive feste, pronte a riunirsi per l’edizione numero 71.
Il Festival del Cinema di Venezia è il più antico festival cinematografico del Mondo, dopo gli Oscar, la cui prima edizione risale al 1929. La prima edizione, non competitiva, si svolse tra il 6 e il 21 Agosto 1932, sulla terrazza dell'Hotel Excelsior. Ospitò registi del calibro di Frank Capra, King Vidor e René Clair. Dall’anno successivo si iniziò a fare su serio e venne istituita la Coppa Mussolini al Miglior Film. Era il 1934. Il Leone d'Oro, simbolo della città di Venezia è stato introdotto nell'edizione del 1949 e a vincerlo fu Henri-Georges Clouzot col film Manon. In ogni Festival che si rispetti c’è un considerevole aspetto da considerare: le contestazioni che scoppiano per i premi vinti o per quelli non vinti. Fa parte del gioco. Le polemiche più famose, nella storia di questo Festival, sono quelle legate al nome di Luchino Visconti. Nel 1954, a Senso, fu preferito il Giulietta e Romeo di Renato Castellani, mentre nel 1960 il favorito Rocco e i suoi fratelli venne battuto in finale da Il Passaggio del Reno di André Cayatte. Il regista riuscì a vincere l’atteso premio solo nel 1964, con le Vaghe stelle dell'Orsa. Luchino Visconti detiene un altro record: La Terra Trema (1948) è uno dei film più fischiati di sempre, ritenuto troppo crudo.
La settantunesima edizione: i protagonisti. Presidente della Giuria Internazionale sarà per la prima volta un musicista, il francese Alexandre Desplat. Alice Rohrwacher presiederà la Giuria Internazionale del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” della Mostra, diretta, ancora una volta, da Alberto Barbera e presieduta da Paolo Baratta. Alice Rohrwacher è oggi sulla cresta dell’onda grazie al successo ottenuto all’ultimo Festival di Cannes, quando ha vinto il Gran Premio della Giuria con Le meraviglie, con protagonista la sorella Alba, attrice di ormai riconosciuta fama. Il Presidente della Giuria Orizzonti è Ann Hui, regista in gara con The Golden Era. La madrina sarà invece Luisa Ranieri. L’attrice napoletana è stata diretta da Michelangelo Antonioni, con cui ha partecipato alla Mostra di Venezia, da Pupi Avati, da Vincenzo Salemme e da Ferzan Özpetek, nel recente Allacciate le cinture. Ha lavorato anche per produzioni americane e francesi: Letters to Juliet (2011) di Gary Winick, Le marquis di Dominique Ferrugia (2011) e Bienvenue à bord di Éric Lavaine (2011).
I film in concorso. L’imperativo è lo snellimento della kermesse: il numero dei film in gara saranno quasi dimezzati rispetto ai consueti 140 titoli delle edizioni precedenti. L’opera che inaugurerà la Mostra, in prima visione mondiale, sarà Innaritu Birdman or the Unexpected Virtue of Ignorance di Alejandro G. Iñárritu, una black comedy che racconta la storia di un attore sul viale del tramonto (Michael Keaton), reso celebre dalla sua interpretazione di un supereroe (ironia della sorte: Michael Keaton è stato Batman nel 1989 e nel 1992 per Tim Burton). Alle prese con le difficoltà e gli imprevisti della messa in scena di uno spettacolo a Broadway che dovrebbe rilanciare la sua carriera, nei giorni che precedono la sera della prima si trova a fare i conti con un ego irriducibile e con gli sforzi per salvare la sua famiglia, la carriera e se stesso. A recitare assieme a Michael Keaton, ci saranno Zach Galifianakis, Edward Norton, Andrea Riseborough, Amy Ryan, Emma Stone e Naomi Watts. Il regista, che è anche quello di Amores perros, 21 grammi, Babel e Biutiful, è anche lo sceneggiatore di Birdman, assieme a Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris Jr. e Armando Bo. Iñárritu non è nuovo a Venezia: ha fatto parte della giuria nel 2007. Ma è Cannes la kermesse che lo ha consacra agli occhi della critica e che lo ha premiato, per Amores Perros e Babel. Nel 2000 ha vinto il premio della Semaine de la Critique. A chiudere la rassegna sarà invece Anni Hui, con The Golden Era. La regista ricostruisce la vita di Xiao Hong, una delle scrittrici più controverse della letteratura cinese di primo Novecento. Considerata una delle maggiori rappresentanti della Nouvelle Vague di Hong Kong negli anni ’70 e ’80, Ann Hui è la prima regista donna a ottenere l’Asian Film Award, l’Oscar asiatico alla carriera. Gli altri film in gara, la cui lista è stata diffusa da poche ore, sono The Cut, di Fatih Akin, A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence di Roy Andersson, 99 Homes di Ramin Bahrani, (Tales) di Rakhshan Bani-Etemad Ghessha, La rancon de la gloire di Xavier Beauvois, Hungry Hearts di Saverio Costanzo, Le dernier coup de marteau di Alix Delaporte, Pasolini di Abel Ferrera. Manglehorn, di David Gordon Green, vede nel suo cast Al Pacino, il quale recita anche in un altro film del Festival, il fuori concorso The Humbling, di Barry Levinson. E poi, ancora, 3 coeurs (Three Hearts) di Benoit Jacquot, The Postman's White Nights di Andrei Konchalovsky, Il giovane favoloso di Mario Martone, Sivas di Kaan Mujdeci, Anime nere di Francesco Munzi, Good Kill di Andrew Niccol, Loin des hommes di David Oelhoffen, The Look of Silence di Joshua Oppenheimer, Nobi (Fires on the Plain) di Shinya Tsukamoto e Red Amnesia di Wang Xiaoshuai. Sono fuori concorso, invece, O velho do restelo di Manoel de Oliveira, The Sound and the Fury di James Franco, Italy in a Day di Gabriele Salvatores, l’opera d’animazione The Boxtrolls (Anthony Stacchi e Annable Graham), e, infine, Olive Kitteridge miniserie ispirata al libro omonimo e firmata da Lisa Cholodenko e da Bill Murray. Gli italiani si concentrano nella sezione Orizzonti, con Senza nessuna pietà di Michele Alhaique, Belluscone, una storia siciliana di Franco Maresco e La vita oscena, di Renato De Maria.