Quell'1% di popolazione mondiale che possiede il 50% della ricchezza
All’inizio di quest’anno, la Oxfam, l'agenzia internazionale che si batte contro la fame e la povertà, aveva pubblicato uno studio che rivelava come il 48 percento della ricchezza mondiale fosse concentrata nelle mani di uno sparuto, ma assai potente, 1 percento della popolazione globale. L’agenzia prevedeva che entro il 2016 il rapporto di diseguaglianza sarebbe peggiorato, giungendo a concentrare la metà dei beni nelle casseforti di pochissimi. Le stime della Oxfam ci sono andate molto vicine, dato che il 50 percento è stato raggiunto e pure superato già durante il 2015.
L’1 percento è sempre più ricco. Secondo il report di Credit Suisse, pubblicato il 13 ottobre 2015, più della metà della ricchezza mondiale è nelle mani dell’1 percento della popolazione. Nel 2009 i più ricchi tra i ricchi possedevano il 44,2 percento della ricchezza globale. Da allora, i loro giacimenti sono cresciuti del 6 percento e ora ricoprono più del 50 percento della ricchezza del pianeta. Con l’espandersi del club dei milionari, hanno perso molto terreno le classi medie. «Mentre il numero dei milionari è aumentato rapidamente, la ricchezza media è entrata in una fase di stagnazione, dallo scoppio della crisi finanziaria», asserisce lo studio. Sempre secondo Credit Suisse, inoltre, per fare parte della metà più ricca della Terra servirebbero solo 3.210 dollari, ma per entrare nell’empireo del 10 percento, bisogna avere un conto in banca di 68.800 dollari. Per diventare i più ricchi di tutti e toccare la parte più alta della piramide socioeconomica mondiale, invece, bisognerebbe possedere ben 759.900 dollari.
La vittoria (numerica) della classe media cinese. Non era mai accaduto che la classe media statunitense fosse superata da quella di un altro Paese. Il bacino di coltura del grande sogno americano ha esercitato a lungo la sua supremazia ed è stato il motore trainante dell’economia di base degli Usa. Eppure, oggi, la middle class che è stata l’aspirazione di tanti emigranti ha ceduto di fronte alla crescita schiacciante della Cina. La classe media del gigante asiatico conta 109 milioni di persone, contro i 92 milioni degli Stati Uniti. Dal 2000 è aumentata di 43,4 milioni di individui, mentre quella statunitense di soli 22 milioni. «In generale, la classe media continuerà ad espandersi nelle economie emergenti, con l’Asia a far la parte del leone», ha dichiarato il CEO di Credit Suisse, Tidjane Thiam, all’interno del report. «Vedremo cambiamenti nei consumi e nella società, perché, storicamente, la classe media ha agito come un fattore di stabilità e di prosperità». Nel 2015, riporta Credit Suisse, sono 664 milioni gli adulti che nel mondo appartengono alla fascia intermedia della società, cioè il 14 percento della popolazione adulta. Nel 2000 erano 524 milioni. Il report della società finanziaria ha definito «la classe media in termini di una fascia di ricchezza, che in termini di reddito».
I più ricchi di tutti. A fare parte dell’1 percento sono gli arcinoti Paperon de’ Paperoni. Nell’estate di quest’anno il Bloomberg Billionarès Index ha decretato chi sono i più ricchi del pianeta per il 2015. Al primo posto c’è sempre lui, il fondatore di Microsoft Bill Gates, con 84,6 miliardi di dollari. Segue il patron di Zara, Amanciao Ortega, con 70,6 miliardi, e il magnate degli investitori, Warren Buffett, con 67,4 miliardi. Buffett è seguito a ruota dal messicano Carlos Slim, a cui le telecomunicazioni hanno fruttato 65,2 miliardi di dollari, e dai fratelli imprenditori Koch con 50,2 miliardi ciascuno. Ha guadagnato posizioni Mark Zuckerberg, che si ritrova al nono posto con 42,5 miliardi di dollari, avendo superato i signori di Google, Larry Page e Sergey Brin, nonché Christy Walton, figlia di Sam Walton, fondatore di Walmart. Zuckerberg, però, non è riuscito a scalfire la posizione di Jeff Bezos (Amazon) e deve guardarsi dal fondatore di Alibaba Jack Ma, che dopo lo sbarco a Wall Street si è messo in tasca 34,9 miliardi di dollari, in ventequattresima posizione. La rappresentanza italiana si trova solo a partire dal trentunesimo posto, con Giovanni Ferrero, seguito dal fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio. Ci sono poi Ernesto Bertarelli (56°) e Stefano Pessina (64°) di Walgreens, Gianluigi Aponte di Msc e Giorgio Armani (146°). Paolo Rocca di Techint è al 150° posto, mentre Silvio Berlusconi occupa il 165° gradino.