Miopia, la prima cura costa zero È sufficiente giocare all'aria aperta
Servono più gioco e attività creative, almeno 40 minuti in più ogni giorno, ma all’aria aperta. Sono due ingredienti fondamentali per proteggere i bambini da una problema visivo in costante aumento: la miopia, ovvero la difficoltà a vedere bene da lontano. Lo attesta uno studio condotto da ricercatori della Sun Yat-sen University, in Cina, che hanno pubblicato i risultati del loro ricerca sulla rivista JAMA, da cui emerge che bambini lasciati a scorazzare liberi per parchi, prati e spazi aperti ogni giorno, dopo la scuola, avrebbero avuto sensibili miglioramenti di fronte a tale problematica. Con una riduzione del rischio di sviluppare la miopia del 9 per cento in soli tre anni.
Lo studio, in Cina. L’interrogazione è la più bella cui mai uno scolaro avesse potuto aspirare. Perché ogni mattina 2mila bambini cinesi, di 12 scuole primarie di Guangzhou, in Cina venivano interrogati non su quanto tempo avessero passato sui libri a fare temi e operazioni matematiche, bensì su quanto tempo il pomeriggio precedente avessero trascorso a giocare o a fare sport e attività creative all’aperto. D’estate come d’inverno, durante la settimana e nel week-end insieme a mamma e papà. Perché quella sessione di gioco, di almeno 40 minuti, oltre che benefica per lo svago, dare energia al cervello, potenziare la struttura ossea e aiutare i bambini a socializzare, era ‘ricreativa’ soprattutto per la vista. E nel vero senso della parola: perché quei pochi minuti di movimento extrascolastico, aggiuntivi cioè a quelli normalmente praticati nelle ore di scuola al mattino, miglioravano la vista.
La terapia a basso costo. La miopia in particolare; un problema ovunque diffuso, in Europa, Medio Oriente, nei paesi iperscolarizzati, ma soprattutto in Asia dove all’incirca 9 piccoli su 10 fa fatica a vedere da lontano. E poiché per la miopia una vera prevenzione non c’è, gli esperti cinesi dovevano pure escogitare una soluzione per arginare il danno oculare, trovato appunto in una strategia terapeutica a basso costo, diremmo pari a zero, divertente e favorevole per lo stato di salute generale. E l’evidenza scientifica dell’esperimento di gioco extrascolastico è stata lì sotto gli occhi di tutti, senza giri di parole: infatti il gruppo di 2mila bambini è stato diviso equamente a metà, alla prima è stato chiesto di dedicarsi a un po’ di sport fuori dalle canoniche ore scolastiche e all’altro di continuare con le normali e abitudinarie attività. Ma a trarre vantaggio per la vista è stato il primo gruppo nel quale, al terzo anno, cioè al termine dello studio, è stata registrata una riduzione dell’incidenza di miopia del 9 per cento. Mai "cura" fu più gradita ai ricercatori, bambini, mamme e papà.
Possibili sviluppi. Non si può però ancora cantare vittoria,sebbene le premesse ci siano tutte. Tanto che su questi dati iniziali positivi, la ricerca continuerà con altri studi di approfondimento che cercheranno di capire se l’attività creativa può essere standardizzata o se invece un tipo di moto può fare meglio di un altro alla vista. Ma tenendo sempre presente un obiettivo: ridurre il problema miopia già in tenera età, perché un bambino piccolo già affetto da questo deficit della vista, avrà maggiori probabilità che la questione vista diventi una realtà più seria in adolescenza e un problema patologico in età adulta. Forse prevenibile però con soli 40 minuti di sport, guardando il cielo e la natura, respirando aria buona. Che, insomma, proprio male poi non è. Anzi.