È ufficiale: questa Atalanta sta diventando una grande

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Adesso è ufficiale: con un’Atalanta che gioca così e che segna pure su calcio d'angolo, è lecito sognare. Come un uragano, la squadra di Reja si è abbattuta sul Carpi, spazzandolo via. Prima Pinilla con un colpo di testa di prepotente slancio atletico; poi Gomez, autore di una prodezza memorabile che eguaglia quelle di Veron, Di Natale e Recoba. Quindi Cigarini.

Ci sono tre firme d'autore su un’altra prova degna di una grande squadra, piombata in zona Europa sull’onda di un calcio d’alta qualità. La Dea non poteva festeggiare meglio i suoi 108 anni di vita, gli applausi  del pubblico dello stadio Achille e Cesare Bortolotti testimoniano quanto contagioso sia l’entusiasmo scatenato fra i bergamaschi dagli uomini di Reja. Mentre Sportiello si conferma un portiere da Nazionale e Stendardo non sbaglia un colpo in difesa, il recupero di Cigarini ai livelli che gli appartengono costituisce un’altra notizia positiva in un contesto che premia sistematicamente le scelte dell’allenatore. Senza trascurare i costanti progressi di Grassi, un altro ragazzo di Zingonia destinato a percorrere una strada ricca di soddisfazioni, un centrocampista così promettente da scalzare Carmona dal ruolo di titolare.

Eppure, sarebbe improvvido e, al tempo stesso, ingeneroso stabilire gerarchie in un gruppo che trova la sua forza nell’intercambiabilità dei protagonisti ogniqualvolta l’allenatore li chiama in causa. Aveva annotato Antonio Percassi prima della partita, richiesto di un commento sull’avvio più brillante delle ultime sei stagioni in A: «Questa è l’Atalanta che volevamo perché gioca, diverte e vince».  Aveva avvertito Bergamo Post, dopo la seconda giornata: Reja ci ha restituito la vera Atalanta, una squadra che lotta, combatte, rispetta tutti, ma non ha paura di nessuno.

Sono queste le basi per un grande campionato. D’accordo: è proibito abbandonarsi a voli pindarici, è proibito montarsi la testa, è tassativo ricordare sempre che prima si arriverà a quota 40 e meglio sarà. Ma, al tempo stesso, è doveroso prendere atto di quanto sta accadendo: l’Atalanta ha appena compiuto 108 anni, ma non è mai stata così bene. E il bello è che ci sono ancora trenta partite da giocare.

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