Ha scritto pure un libro

Il re delle scarpe Manolo Blahnik: «Italiane, non siete le più eleganti»

Il re delle scarpe Manolo Blahnik: «Italiane, non siete le più eleganti»
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Umiliate e offese. Ecco come si sono sentite le italiane dopo le recenti dichiarazioni di Manolo Blahnik, il leggendario, sagace ed eccentrico designer di 30mila stili di scarpe che, da quarant’anni, si è dimostrato capace di trasformare in formidabili opere d’arte quelle che in fondo non sono che banali calzature. Parliamo dell’uomo le cui creazioni hanno avvolto piedi importanti, da quelli reali di Lady D e della sue erede Kate Middleton a quelli di popolarissime celebrity, come Madonna e Sofia Coppola, Bianca Jagger e Kate Moss. La Moss, in particolare, oltre ad averne scelto un paio come capo da indossare in occasione del proprio matrimonio, le ha incluse tra gli oggetti che porterà con sé nella tomba, così da percorrere per sempre le passerelle dei cieli con un elegante paio di Manolo ai piedi.

 

 

Le reazioni avvelenate delle italiane. Per venire alla ragione dell’attrito fra la popolazione femminile del nostro Paese e il celebre artista, dobbiamo considerare la sua affermazione secondo cui non saremmo più noi ad essere le «più eleganti». In parole povere, siamo state espropriate dello scettro dello stile a favore delle nostre rivali londinesi e newyorkesi. Un’onta incredibile. Private all’improvviso della carica di reginette, alcune hanno nascosto il proprio dispetto dietro un inedito e poco credibile funzionalismo del tipo «le scarpe servono solo per camminare in modo comodo e veloce». Altre hanno reagito addirittura con una rinnegazione alla San Pietro («Manolo, chi?»). Le più vendicative hanno storto il naso e sono state spinte dal risentimento a prendere di mira le scelte di stile dello stesso signor Blahnik («Sbaglio o le maniche della sua giacca sono un po’ troppo corte?»). C’è anche chi, travolta dalla gelosia, si è rifatta sulle concorrenti che si sono sostituite a noi nel cuore del principe della scarpa, definendole «solo donne sciatte e depresse». Per chi volesse leggersi una rassegna più completa di questi velenosi commenti, rimandiamo qui.

Eppure Manolo Blahnik è sempre simpatico. Eppure Blahnik sembra essere uno che ha sempre suscitato una naturale simpatia. Chi ha avuto l’occasione di intervistarlo, parla di uno uomo gentile con una «sorta di garbata irruenza che ti conquista subito», o esprime il desiderio di diventarne all’istante il suo migliore amico. Dev’essere per via di quella modestia che lo ha portato a definirsi, in un’intervista al Wall Street Journal, «un semplice calzolaio che produce stupide scarpe» o il fatto che continui a dichiararsi poco legato al denaro («Davvero le mie scarpe costano 700 dollari?»). Molto più interessanti per lui la letteratura e il cinema, parlando dei quali si riscatta agli occhi dell’Italia che ama molto e della quale non manca mai di parlare con affetto: Il Gattopardo è in assoluto uno dei suoi romanzi preferiti, ama il cinema di Visconti e Antonioni e descrive Claudia Cardinale, Sofia Loren e Monica Vitti come ideali di bellezza o di eleganza.

 

 

Passando per Sex and the city. Ma è a una figura decisamente pop che deve recentemente molta della sua popolarità. Parliamo del personaggio di Carrie Bradshaw in Sex and the City, lei che delle scarpe aveva fatto una costosissima ossessione e la cui famosa massima di ispirazione per milioni di trentenni era: «Ci sono due cose di cui non ne hai mai abbastanza. Buoni amici e buone scarpe». Molto celebre, ad esempio, la scena in cui, derubata da un ladro, supplicava: «Prendi la borsa, l’anello, ma non le mie Manolo Blahnik!».

E ha scritto un libro. Tra le altre cose Blahnik ha pubblicato anche il suo nuovo libro, un’autobiografia edita da Rizzoli, intitolata Gesti fugaci e ossessioni. Il volume, corredato di scatti mai prima pubblicati, racchiude un’esilarante conversazione con la docente di lettere dell’università di Cambridge, Mary Beard, e le chiacchiere con Pedro Almodóvar e Sofia Coppola, con l’architetto spagnolo Rafael Moneo e con l’amico giornalista e fotografo Michael Roberts. La pubblicazione non è alla portata di tutti i portafogli (140 euro), ma rappresenta un imprescindibile vademecum per le donne che non vogliono incorrere in imbarazzanti scivoloni di stile. Per cominciare: mettere da parte jeans e rinunciare a tacchi più alti di otto centimetri. Ma, soprattutto, buttare nella spazzatura sneaker e plateau. Per carità.

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