Un organo che ora coinvolge 193 Paesi

Mai più catastrofi belliche mondiali Così nacque l'Onu, settant'anni fa

Mai più catastrofi belliche mondiali Così nacque l'Onu, settant'anni fa
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Sabato 24 ottobre l’Onu ha spento le sue 70 candeline: tanto tempo è passato dalla promulgazione ufficiale dello Statuto delle Nazioni Unite, la carta fondamentale che ha sancito la nascita di un’organizzazione nata alla fine della Seconda Guerra Mondiale con lo specifico compito di evitare che tragedie come quel conflitto mondiale si ripetessero nella storia. Per il momento (e per sempre, si spera) l’obiettivo è stato raggiunto, e il raggio d’azione dell’Onu è andato via via ampliandosi, toccando anche la lotta alle disuguaglianze sociali, alla povertà, e alle epidemie.

 

 

Il fallimento da non ripetere della Società delle Nazioni. Un tentativo di creare una sorta di organizzazione internazionale che preservasse la pace mondiale c’era già stato al termine della Prima Guerra Mondiale, con la creazione della Società delle Nazioni. Ma all’epoca, il desiderio di rivalsa e di predominio da parte di coloro che dal primo conflitto ne erano usciti sconfitti fu un motore decisamente più trainante rispetto alla volontà di un’organizzazione debole e poco strutturata di evitare nuovi fenomeni bellici. Ma la Seconda Guerra Mondiale fu un evento talmente catastrofico che non si poteva non coinvolgersi in maniera attiva e diretta in un progetto volto ad evitare un terzo round. Fu così che, già nelle ultime settimane di guerra, nel 1945, quelli che sono poi passati alla storia come gli Alleati (ovvero Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia, Cina e altri 26 Paesi) si incontrarono per mettere a punto la struttura di quella che di lì a pochi mesi sarebbe divenuta l’Organizzazione delle Nazioni Unite.

 

 

L'incontro del '41. Si trattava, più che di un’improvvisa illuminazione, del risultato di una serie di accordi e rapporti presi e tessuti già negli anni centrali della Guerra, dal 1941 in poi. Nell’agosto di quell’anno, infatti, Stati Uniti e Gran Bretagna siglarono la cosiddetta Dichiarazione Atlantica, cui presero parte successivamente tutti gli Stati che combattevano l’Asse (Germania, Italia e Giappone). Il contenuto di questo patto riguardava la decisione di non combattere al fine di allargare i propri territori, ma solo per ristabilire la pace e provvedere alla restaurazione dell’autodeterminazione e dei diritti infranti dei popoli coinvolti nel conflitto. Quando poi, dunque, ci si sedette al tavolo per redigere lo Statuto delle nascenti Nazioni Unite, una buona base da cui partire, in termini di principi fondamentali e rapporti politici, era già presente.

 

 

La nascita dell’Onu e il suo ruolo nel mondo. Fu un passaggio comunque molto complesso, poiché si trattava di riunire sotto un’unica cupola ideale Paesi e popoli dai valori, interessi e storie radicalmente diversi (basti pensare ad Usa e Russia, poi Urss). Pur con qualche correttivo non propriamente democratico (come il posto permanente all’interno del Consiglio di Sicurezza di Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, Paesi che hanno potere di veto su qualsiasi iniziativa dell’Organizzazione) atto a rendere più docili gli Stati membri più influenti e importanti, il 24 ottobre 1945 venne redatto e pubblicato lo Statuto delle Nazioni Unite, e oggi, dopo 70 anni, si può dire che il progetto originario ha avuto pieno successo: al momento, sono 193 i Paesi rientranti nell’Onu (fanno eccezione Taiwan, Palestina, e Vaticano), il budget annuale è di 40 miliardi di euro, con i quali è possibile avviare e sostenere innumerevoli progetti in tutto il mondo, e di guerre mondiali non si è più sentito parlare. Qualche fallimento, in questi decenni, c’è sicuramente stato (su tutti il genocidio in Rwanda del 1994, in cui morirono un milione di persone), ma l’obiettivo costitutivo dell’Onu è stato senz’altro, per il momento, raggiunto. Come accennato, oltretutto, le Nazioni Unite hanno allargato la propria area d’azione anche al di fuori del processo di mantenimento della pace mondiale: si pensi agli innumerevoli interventi volti ad affrontare e stroncare malattie epidemiche in varie parti del mondo (come vaiolo e poliomielite), o alle lotte per fronteggiare discriminazione di ogni genere. Se il mondo di oggi è un posto più pacifico e sicuro di 70 anni fa, perlomeno nella maggior parte dei territori, buona parte del merito, probabilmente, è anche dell’Onu.