Da "I will always love you" a...

Dieci canzoni super famose che in realtà sono cover di altre

Dieci canzoni super famose che in realtà sono cover di altre
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Realizzare cover è una scelta musicale assolutamente lecita, che non ha nulla a che fare con il plagio. Mentre quest’ultimo è il tentativo nascosto di rubare note e riff di una canzone pur realizzandone un’altra, la cover è semplicemente il rifacimento e riarrangiamento di un pezzo altrui alla luce del sole, tanto da mantenerne pure il titolo. Anzi, il cantante originario dovrebbe sentirsi orgoglioso nell’aver ispirato alcune cover, poiché rappresenta un attestato di apprezzamento del proprio lavoro. Certo, quando però il rifacimento supera di gran lunga la fama del brano primitivo, i cinque minuti possono anche girare. Ma tant’è, questo può accadere, e a dire il vero anche spesso. La BBC ha dunque deciso di chiedere ai propri lettori quali fossero, secondo loro, le cover meglio riuscite di sempre: avreste mai detto che molti capolavori in realtà non sono altri che rifacimenti? No, vero? Immaginatevi come possa averla presa la vera mente di questa canzoni leggendarie…

 

10) I will always love you, Whitney Houston/Dolly Parton

 

Una delle canzoni d’amore più famose di sempre, il pezzo pregiato del repertorio della grande Whitney Houston, che però la prese in prestito da Dolly Parton, rendendola una leggenda. Dolly comunque è tutt’altro che una sconosciuta: grande cantante prima country e poi pop degli anni Sessanta e Settanta, fece diversi apparizioni anche in alcune pellicole di Hollywood. Piccola curiosità: la pecora Dolly, il primo mammifero clonato della storia, deve il proprio nome proprio alla Parton.

 

9) Feeling good, Muse/Cy Grant

 

Si tratta di un brano del 1965, composto da Anthony Newley e Leslie Bricusse e interpretato da Cy Grant. Fu fin da subito oggetto di numerosissime cover: da Nina Simone a Michael Bublè, da George Michael a Ed Sheeran, è incalcolabile il numero degli artisti che hanno preso spunto da Cy. Ma quella meglio riuscita, e più celebre, è senz’altro la versione dei Muse.

 

8) Nothing compares 2 u, Sinead O’Connor/The Family

Indubbiamente una delle principali canzoni degli anni Novanta, 162esima nella lista dei 500 brani migliori di sempre secondo la rivista Rolling Stone, vero motivo del successo planetario di Sinead O’Connor. Pur senza nulla togliere al magnifico arrangiamento della cantante irlandese, buona parte del merito della celebrità di questo pezzo va al gruppo The Family. Chi? Appunto…

 

7) With a little help from my friends, Joe Cocker/Beatles

 

Questo è l’unico caso di quelli presenti in classifica in cui chi ha composto la canzone originaria è comunque ben più famoso di chi ne ha realizzato la cover di successo. Joe Cocker è stato un grande del rock americano, ma chi può rivaleggiare per celebrità con la mitica band di Liverpool? Eppure, con With a little help from my friends, la carica emotiva e la potenza del rock di Cocker ha avuto la meglio sullo swing del Fab Four.

 

6) Tainted love, Soft cell/Gloria Jones

Si tratta di un brano, la cui versione originale risale al 1965 per voce di Gloria Jones, che ebbe numerosi e illustri fautori di cover: Marilyn Manson, le Pussycat Dolls, The Clash solo per citare i più famosi. Eppure la versione di maggior successo fu quella dei Soft Cell, un gruppo musicale che ebbe un picco di notorietà nei primi anni Ottanta soprattutto per i temi trattati nei loro brani: sesso estremo, droga, persino omicidio.

 

5) Hallelujah, Jeff Buckley/Leonard Cohen

La versione più celebre è la cover realizzata da Jeff Buckley, presente nelle colonne sonore di moltissimi film e le cui note sono state sentite almeno una volta da chiunque. Qulla originale è però di quel raffinatissimo genio che fu Leonard Cohen, inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, e che, francamente, rimane di gran lunga impareggiabile.

 

4) All along the watchtower, Jimi Hendrix/Bob Dylan

Signore e signori, giù il cappello: qui ci troviamo di fronte a due figure leggendarie della musica, l’immenso Bob Dylan e il travolgente Jimi Hendrix. Entrambi hanno realizzato una pregevolissima versione di Alla long the watchtower, ma la storia ha voluto che quella che dovesse rimanere più impressa nella mente del mondo fosse quella del geniale chitarrista. Poco male: Bob non si può certo dire che non abbia avuto successo, comunque…

 

3) Walk on by, The Stranglers/Dionne Warwick

La mente originaria dietro a questo bellissimo pezzo è quella dell’ottimo Burt Bacharach, che ne affidò la voce allo straordinario talento di Dionne Warwick, nel 1964. Gli Stranglers ne fecero una versione punk rock nel 1978, che ottenne un notevolissimo successo, tale da oscurare la grande Dionne.

 

2) Hurt, Johnny Cash/Nine Inch Nails

Sua maestà Johnny Cash, principe del country americano, si cimentò, come peraltro anche David Bowie e Leona Lewis, nel riarrangiare la versione originale di questa canzone realizzata dai Nine Inch Nails, gruppo metal di fine anni Ottanta. Con tutto il rispetto per i “Nine”, non c’è davvero paragone…

 

1) Always on my mind, Pet Shop Boys/Elvis Presley

Elvis tutto sommato ci avrà anche fatto l’abitudine: è probabilmente il cantante i cui brani sono stati coverizzati di più in assoluto, e spesso superandone pure la fama. Se ne sarà fatto una ragione “Il Re”, poiché la sua celebrità non ne è stata minimamente intaccata, e a noi è arrivata questa ottima versione dei Pet Shop Boys.

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