A Dubai la più fastosa delle Expo Prenotate, mancano solo 5 anni
L’appuntamento è per il 20 ottobre 2020. Quel giorno a tagliare i nastri della più fastosa Expo che si possa immaginare sarà una donna: Reem Al Hashimy, ministro di Stato e amministratore delegato di Dubai 2020. Una carriera tutta all’insegna degli Stati Uniti, studi a Harvard e un’esperienza all’Ambasciata degli Emirati a Washington. A differenza delle previsioni dovrà misurarsi con un precedente di grande successo. «Expo Milano 2015» ha ammesso la signora in margine alla cerimonia di chiusura, «si è assicurata un posto nei libri di storia e ora è un onore volgere insieme lo sguardo al futuro».
Calato il sipario sull’edizione milanese i prossimi appuntamenti del Bureau International des Expositiones sono fissati per il 2017 ad Astana, in Kazakistan, per un Expo intermedio sull’energia, e poi per il 2020, grande appuntamento sarà di Dubai sul tema «Connettere le menti, creare il futuro». Quel giorno non sarà solo quello dell’inaugurazione del primo Expo nell’area Medio oriente, Africa e Asia meridionale, ma anche la festa per il 50° anniversario degli Emirati.
Expo 2020 si svilupperà su un’area di 438 ettari, cioè quattro volte l’area milanese e avrà come temi guida sostenibilità, mobilità e opportunità. Il cantiere del sito si trova tra Dubai e Abu Dhabi, vicino al nuovo aeroporto degli Emirati e al Dubai world central, un’enorme area commerciale in costruzione. Per i padiglioni è prevista un’unica copertura di tessuto fotovoltaico che permetterà di collegare l’intero sistema sia fisicamente che concettualmente. Sostenibilità è infatti la parola d’ordine, lo slogan, quasi l’ossessione degli organizzatori. Cioè rivedere l’immagine della città dove non si spreca senza badare a risparmi... Tanto che in vista dell’appuntamento del 2020 è stato lanciato il progetto Dubai Sustainable City, che dovrebbe essere completato nel 2016, in cui oltre agli edifici sostenibili c’è anche una fattoria organica e un eco-resort, con 600mila pannelli solari.
Intanto, per sollecitare l’attenzione, gli Emirati si sono presentati a Milano con un padiglioni tra i più desiderati della Expo: un canyon di dune progettato da Norman Foster, che ora verrà ricostruito a Dubai. La creatività vuole essere un’altra delle carte da giocare per rendere più dinamica l’immagine di questa città cresciuta in stile un po’ troppo faraonico. Così è stato varato il D3, il Dubai Design District, la cittadella del Design, primo imponente progetto da 14 miliardi di euro in prospettiva di Expo 2020.
E il design è uno dei tanti fattori che lega Dubai a Milano, il 2015 al 2020. Un asse che è uscito molto rafforzato da questi sei mesi: migliaia di incontri d’affari bilaterali, oltre cento operatori economici emiratini arrivati apposta nella sola giornata nazionale del 20 ottobre. Nel frattempo l’export dall’Italia e in particolare dalla Lombardia verso gli Emirati è esploso quest’anno del 42 per cento rispetto all’anno scorso. A quanto pare le Expo a qualcosa servono...