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Bergamospia (si dice, non si dice) Tremaglia, Gandi e Frate Indovino

Bergamospia (si dice, non si dice) Tremaglia, Gandi e Frate Indovino
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Che cosa si dice, che cosa si scrive, ma soprattutto cosa non si dice e non si scrive (solitamente) della nostra città. Tra sussurri e grida una raccolta indiscreta.

 

Tremaglia scambia Gandi per Frate Indovino

Che delusione questo Sergio Gandi. Pretende di fare il vicesindaco senza saper leggere nel futuro. Il capogruppo di Fratelli d'Italia, Andrea Tremaglia, gli chiede conto dei danni provocati dai vandali al monumento dedicato ad Antonio Locatelli, poi lo interroga su «quali siano le previsioni dell'Amministrazione circa l'eventualità che tale o simile atto si ripeta in formule simili o differenti e quali provvedimenti, anche in coordinamento con le forze di pubblica sicurezza, si siano eventualmente attivati a riguardo». Gandi è costretto ad ammettere che tra i (super)poteri di vice Gori non è compresa l'arte divinatoria. Dopotutto nella vita fa l'avvocato, mica Frate Indovino. «Impossibile prevedere se questo gesto possa essere ripetuto - si giustifica -. Esiste comunque un coordinamento tra forze dell'ordine a tutela dell'incolumità delle personalità e della salvaguardia dei monumenti». Consiglio a Tremaglia: per Natale regali al vicesindaco una bella sfera di cristallo. Chissà che Gandi non trovi lì le risposte da dare alle sue interrogazioni.

 

Il party in Vaticano, da far perdere la pazienza
anche a San Giovanni XXIII

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Il gracchiare dei corvi del Vaticano si fa sentire fino a Sotto il Monte. La premiata ditta formata da monsignor Lucio Angelo Vallejo Balda e dalla rampante pr Francesca Chaouqui non si limitava a passare documenti ai giornalisti amici, ma organizzava anche esclusivi party. Uno per la canonizzazione di Papa Giovanni XXIII. Mentre i pellegrini - compresi i numerosi bergamaschi - si accalcavano in piazza San Pietro, gli spiriti eletti trangugiavano tartine e sorseggiavano prosecco dalla terrazza della Prefettura degli affari economici del Vaticano. Una festa per i soliti noti, pagata 20mila euro da due sponsor secondo il Corriere, tuttavia piuttosto deludente a sentire il re del gossip Roberto D'Agostino, che raccontò l'happy hour su Dagospia stroncando buffet e invitati. «Era pieno di imbucati e giornalisti. Mica c'era la Bellucci, al massimo Bruno Vespa. Altro che banchetto, c'erano quattro pizzette rinsecchite e il vino servito nei bicchieri di plastica». Sarà. Ma il ricevimento vip non andò giù a Papa Francesco, che quando lo seppe andò su tutte le furie. E anche San Giovanni XXIII, da Lassù, avrà rischiato di perdere la pazienza. Papa Buono sì, ma fino a un certo punto.

 

Inglesi innamorati di Bergamo. Ma non parliamogli in dialetto

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Bergamo, oh yes. La Camera di Commercio rivela che i turisti inglesi adorano trascorrere le vacanze in terra orobica. Da gennaio ad agosto ci sono state 34mila presenze, più 12% rispetto al 2014. Piace il lago d'Iseo, ma ad affascinare i viaggiatori di Sua Maestà sono soprattutto le piste da sci. Per questo Turismo Bergamo parteciperà alla fiera al "London's Alpine Festival" in programma nei prossimi giorni nella capitale britannica. L'obiettivo è catturare ulteriori simpatie e calamitare altri inglesi sulle nostre cime. A patto che poi li si accolga parlando nella loro lingua. In Val Brembana i corsi partiranno presto, speriamo in bene. Anche perché a Chelsea e dintorni il dialetto bergamasco non l'hanno ancora imparato.

 

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