Flamingo in Piazza Pontida Un vivacissimo mix di stile
Si chiama Daniela Chignoli e otto anni fa ha realizzato il suo grande sogno (che è tuttora sotto gli occhi di tutti): aprire un negozio suo. Lei è la proprietaria di Flamingo, il concept store di piazza Pontida a Bergamo, «un piccolo mondo che contiene tutto ciò che amo», come lo definisce la titolare. «Il mio negozio non segue la moda e le mie clienti non sono delle fashion victim – ci tiene subito a precisare –. Entrano donne dai 30 ai 65 anni d'età circa, tutte persone dinamiche, particolari, curiose. Espongo abiti, accessori, complementi d'arredo colorati e fortemente connotati. Si vede subito che non amo il minimal». Sì, si vede, dai colori che incantano appena superato l'uscio, dalle grafiche retrò, dal sapore d'antan e soprattutto dal fenicottero al neon posto dietro la cassa. «Il nome Flamingo deriva proprio dai fenicotteri – spiega Daniela – ne avevo visti a bizzeffe di plastica, nei cortili delle case durante un viaggio in Florida. Kitschissimo, ma irresistibile!».
In questo salotto di 45 metri quadrati sapientemente ripartiti, trovano posto capi di abbigliamento fuori dal comune, prodotti da aziende manifatturiere come Nice Things, Bonne Maison e Collégien e da maestranze artigianali del territorio come Leche, dietro cui c'è la storia di una bergamasca trasferitasi a Trento, Anima (made in Dalmine) e la linea CMD prodotta da designer di Bergamo. «Da quest'anno teniamo anche gli zoccoli Casta e Dolly, fatti a mano in Toscana, più varie collane e gioielli che provengono sia dall'Italia che dall'estero». Sulle mensole spiccano servizi di piatti e ciotole in melamina dai colori fluo, i complementi d'arredo di Madam Stoltz, le candele profumate prodotte al 100 percento di cera di soia, completamente naturali, firmate PF Candle Co. e i saponi portoghesi ClausPorto, che vantano alle spalle una tradizione iniziata nel 1887.
Il merito di questo potpourri di stile va senz'ombra di dubbio al carattere di Daniela, che in oltre vent'anni di lavoro come buyer e in negozio a contatto col pubblico (prima di aprire la sua boutique, ha lavorato per 12 anni in un altro negozio di moda del centro) ha parlato con varie persone, ha guardato, scrutato e si è lasciata sorprendere da chi e da ciò che la circondava: «Non vado a fiere specifiche di settore per aggiornare il campionario esposto, ma parlo, ascolto e viaggio: la mia ispirazione deriva tutta da lì». Che sia New York, Stoccolma, Londra Parigi o il paesino dietro l'angolo, poco importa, «a volte mi capita di stare ferma e conoscere persone stimolanti anche tramite social: Facebook e Instagram sono una vetrina sul mondo, da cui affacciarsi e curiosare, con l'intento di conoscere».
La maggior parte dei brand esposti, infatti, sono il frutto di rapporti umani coltivati nel tempo, sia personalmente che tramite social. «Vista la forza della rete, ho deciso di aprire un negozio online, in cui esporre i pezzi che ho anche in negozio: l'ho inaugurato ad aprile, ma è già un successo conclamato – racconta entusiasta – mi è capitato più volte che siano passate a trovarmi delle clienti provenienti da altre città d'Italia. Dopo aver visto la vetrina online, hanno deciso di metter piede qui fisicamente. Per me è un grande piacere poterle accogliere qui e magari consigliarle anche su argomenti che esulano il look, come dare dritte su cosa fare a Bergamo, dove dormire e dove andare a mangiare».
Punto di riferimento di una moda ben lontana dalle sfilate milanesi, la sue personalissima ricerca delle nuove tendenze si concretizza a prescindere dalle collezioni Autunno-Inverno e Primavera-Estate proposte dalle solite griffe patinate, ma molto più semplicemente con carta e penna, mettendo insieme gli appunti presi mentre cammina per strada col naso all'insù. Allo stesso modo le protagoniste del servizio fotografico coi suoi outfit non sono delle modelle, ma semplici amiche che si sono prestate davanti all'obiettivo di Carlotta Favaron.
«L'aspetto che amo di più del mio lavoro è l'allestimento – confessa – magari un giorno aprirò un altro negozio un po' più grande oppure chissà.... quel che è certo, è che l'impronta di Flamingo non cambierà mai. Anche sul sito ho fatto di tutto perché si respirasse l'atmosfera familiare che si percepisce qui, sotto i portici di piazza Pontida».
[Foto di Carlotta Favaron]