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Il film da vedere nel weekend Gli ultimi saranno ultimi, l'amarezza

Il film da vedere nel weekend Gli ultimi saranno ultimi, l'amarezza
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Regia: Massimiliano Bruno.
Cast: Paola CortellesiAlessandro GassmannFabrizio BentivoglioStefano FresiIlaria Spada.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Succede spesso, i cinefili lo sanno bene, che un attore si ritrovi volente o nolente invischiato in una parte che si è trovato a recitare per la maggior parte della sua carriera cinematografica. È il caso di chi, come Daniel Radcliffe, è balzato agli onori delle cronache per aver interpretato il protagonista della saga di Harry Potter. Ma ci sono anche casi meno estremi di attori tradizionalmente considerati comici che solo con fatica arrivano a farsi riconoscere in opere di maggiore impegno drammaturgico e recitativo; accade anche il fenomeno inverso (basti pensare a Robin Williams nel raggelante One hour photo), ma è molto più raro. Così, quando il trailer dell’ultimo film di Massimiliano Bruno annuncia a fianco di Alessandro Gassmann la presenza di Paola Cortellesi, notoriamente considerata una comica prima che una grande e ottima attrice, qualcuno si è ritrovato spiazzato.

Niente di più sbagliato perché, ce lo hanno insegnato grandi attori come Paolo Villaggio, anche nella comicità più ridanciana si nasconde spesso un dramma sotterraneo. Per ridere bisogna prima aver pianto, verrebbe quasi da dire. Letta in questo modo, la struttura di Gli ultimi saranno ultimi, appare più solida e giustificata. Protagonista è Luciana, operaia di Anguillara sposata con Stefano, disoccupato da tempo per la sua incapacità di essere sottomesso a un qualsiasi datore di lavoro. Il loro matrimonio è in crisi anche perché il figlio a lungo desiderato tarda ad arrivare e quando Luciana crede che finalmente tutto stia andando per il meglio (quando scopre cioè di aspettare un bambino), il suo datore di lavoro si rifiuta di rinnovarle il contratto. Parallelamente vediamo prendere forma la storia di Antonio, poliziotto appena arrivato in paese e maltrattato dal comandante e dai colleghi.

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Due percorsi di vita paralleli e ugualmente segnati da dei traumi accompagnano lo spettatore nel racconto di una quotidianità fatta di tanti piccoli crimini e ingiustizie, che trovano ad Anguillara la loro rappresentazione più icastica e decisa. Bruno si ricollega direttamente alla grande tradizione della commedia amara italiana per mostrare, con ironia ma sempre con un occhio rivolto alla sensibilità degli individui che rappresenta, le ingiustizie ordinarie che i protagonisti si trovano a dover subire. Il mondo narrativo è infatti riempito sino all’eccesso di personaggi drammatici e gravi, che tuttavia trovano una loro ragion d’essere nella continua messa in discussione della loro dimensione tragica a vantaggio di uno stile misto ed indefinito. Una scelta azzardata ma vincente, che si sposa molto bene con le ottime prestazioni di tutto il cast, che conta su alcuni dei nomi più interessanti dell’attuale panorama cinematografico del Belpaese.

Dopo il fallimento del genere cinepanettoni e il pensionamento della scorsa generazione di comici, il cinema italiano sembrava aver dimenticato che la chiave di volta delle sue commedie è la straordinaria capacità di mescolare critica sociale, gravità dei personaggi e ironia pungente. Un esperimento graditissimo allora quello di Massimiliano Bruno, che ci mostra come dietro un sorriso ci sia molte volte il ricordo di numerose lacrime versate.

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