I dati sul terrorismo fanno paura Nel 2014 aumentati i morti dell'80%
Il terrorismo è arrivato nel cuore dell’Europa, costringendo tutti a chiedersi se esista un posto al mondo dove è possibile sentirsi protetti e al sicuro. Il sito worldatlas.com, alla vigilia dei tragici fatti di Parigi aveva pubblicato una classifica, come usa fare per moltissimi argomenti, sui Paesi del mondo dove il rischio attentati è più alto e dove le morti per azioni come quelle avvenute venerdì sera sono maggiori. Dati che per essere completi vanno confrontati con quelli del Global Terrorism Index, una delle voci più autorevoli in materia, che ha stilato il suo annuale rapporto relativo al 2014.
Numeri sconvolgenti. Per entrambi i siti il posto più pericoloso al mondo è l’Iraq. Complessivamente nel mondo nel solo 2014 si sono contati 32.658 morti, l'80% in più del 2013. Di questi, 9.929 solo in Iraq, in 3.370 attacchi. Mai prima, in un singolo Paese, si era registrata una simile ecatombe. Gli altri Paesi dove gli attentati mietono il maggior numero di morti sono Nigeria, Afghanistan, Pakistan e Siria. Seguono poi altri Stati, indicati come "emergenti o riemergenti": Somalia, Ucraina, Yemen, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan e Camerun. In questi Paesi è stato registrati un numero di vittime di attentati e attacchi terroristici pari ad almeno 500 morti annui.
I morti per attacchi esplosivi. Quelli sopra elencati sono numeri altissimi, che rendono l’idea delle dimensioni del fenomeno. Ma se si osservano i soli morti per esplosivi, i dati sono ancora più terribili. In Siria sono morte per questa ragione 7011 persone, in Pakistan 4279, in Afghanistan 1704, in Libano 1304, in India 438, in Somalia 408. C’è poi lo Yemen, dove imperversa la guerra civile con 392 vittime di attacchi terroristici esplosivi, la Libia con 306 morti, la Turchia con 241, l’Egitto con 211, la Filippine con 210, la Thailandia con 154.
Vittime dal 2000 al 2014. In totale, dal 2000 al 2014 ci sono stati oltre 13mila attentati, 32mila morti e 67 Paesi colpiti. Un’escalation che ha subito una preoccupante impennata dopo la caduta delle Torri Gemelle, con la conseguente guerra intrapresa dall’Occidente contro il terrorismo. Principalmente i Paesi che raggruppano il maggior numero di morti (il 78% del totale) sono cinque: Iraq, Nigeria, Afghanistan, Pakistan e Siria. A seguire, Libano, Somalia e Ucraina. In Occidente si sono registrate solo il 2% delle morti totali. E i numeri delle stragi mediorientali sono spaventosi.
Boko Haram batte Isis. A sorpresa il gruppo terroristico che miete il maggior numero di vittime è Boko Haram, che ha causato da solo il 51% delle vittime. Dei 6.644 morti provocati dall’organizzazione che sparge sangue e terrore in nigeria e nei Paesi vicini, il 77% è costituito da civili, mentre dei 6.073 morti per mano dell’Isis i civili sono il 44%. Seguono i talebani (3.477 vittime), i pastori Fulani (1.229 vittime tra Nigeria e Repubblica Centrafricana) e Al-Shabaab (1.021 morti in Gibuti, Etiopia, Kenya e Somalia).
Dove si è più sicuri? Per trovare posti un po’ più tranquilli bisogna andare in America Latina, dove Costa Rica, Cuba, El Salvador, Guyana, Panama e Uruguay sono definiti Paesi a “impatto terrorismo zero”. Mentre tra i Paesi più sicuri in assoluto, fra gli altri, ci sono anche Giappone, Sud Corea, Vietnam, Lituania, Lettonia, Polonia e Finlandia. Ma la classifica, per forza, è tristemente indietro: la Francia, 36esima, nel 2014 non aveva ancora conosciuto la strage di Charlie Hebdo e gli attentati del 13 novembre.
E l’Italia? Nella classifica del Global Terrorism Index l’Italia occupa il 52esimo posto, con un grado di pericolosità pari a 3,36. È più pericolosa della Giordania, che si colloca all’81esimo posto, e del Marocco, in posizione numero 88. Ma meno pericolosa della Francia e del Regno unito che è al 27esimo posto. Partendo da questi presupposti l’Istituto Demoskopia ha realizzato l'Italian Terrorism Infiltration Index, con la classifica delle regioni italiane più ad alto rischio. Per stilare il rapporto sono stati tenuti in considerazione tra fattori fondamentali: le intercettazioni autorizzate, gli attentati avvenuti in territorio italiano e gli stranieri in Italia provenienti dai Paesi valutati nella “top five” del terrore, cioè Iraq, Afghanistan, Pakistan, Nigeria e Siria. E i risultati per il 2015 non sono molto confortanti: Lombardia e Lazio sono le regioni che rischiano di più, complice anche il fatto che Milano fino a fine ottobre si è svolto Expo2015, e Roma sta per aprire il Grande Giubileo della Misericordia. Ma i dati dicono molto di più: negli ultimi dieci anni sono state sventate quasi un centinaio di cellule che stavano organizzando attentati. In Italia ci sono state oltre settemila intercettazioni autorizzate per indagini di terrorismo interno e internazionale. Infine, gli italiani che nel mondo hanno perso la vita per terrorismo, tra civili e militari, sono 179.