Era uno dei maggiori islamisti ricercati

«Crivellato di colpi» dalla polizia Così è morto Abelhamid Abaaoud

«Crivellato di colpi» dalla polizia Così è morto Abelhamid Abaaoud
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Il corpo rinvenuto ieri nell’appartamento di Saint Denis, Parigi, dove la polizia ha arrestato sette persone, è proprio quello di Abelhamid Abaaoud, considerato l’architetto degli attacchi che hanno dilaniato la capitale transalpina venerdì sera. L’ipotesi che la persona uccisa fosse il 27enne ieri era stata battuta in tarda mattinata da un giornale belga, ma non aveva trovato conferma. In serata, poi, anche fonti d’intelligence americana avevano dato corpo a questa possibilità, che oggi è stata confermata in via ufficiale dalla procura di Parigi, in una nota stampa.

 

Abdelhamid Abaaoud

 

Il blitz. Abaaoud era letteralmente «crivellato di colpi», al termine del lungo scontro a fuoco con le teste di cuoio francesi, durato quasi sei ore. L’intelligence di Parigi era convinta che l’uomo fosse riuscito già a scappare in Siria, poi hanno scelto di agire contro quell’appartamento, col timore che fosse in programma un nuovo attacco al quartiere economico La Defense, e, forse, ipotizzando che in realtà Abaaoud non avesse mai lasciato la Francia: gli esami del dna che poi sono stati compiuti sulla salma rinvenuta nel covo e sulle sue impronte digitali hanno confermato, invece, che l’uomo morto era proprio il terrorista, uno dei due massimi ricercati per i fatti di venerdì sera. Sull’altro, Salah Abdelslam, rimane ancora il giallo: «Mi ha detto che si sente sopraffatto e che si era spinto troppo oltre», dice un testimone ad un giornale belga, dopo aver incontrato martedì il terrorista a Molenbeek, «ma che ha paura di consegnarsi perché questo potrebbe avere conseguenze sulla sua famiglia».

 

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Ricercato da tempo. Il nome di Abdelhamid Abaaoud era noto agli 007 francesi già da tempo. D’origine marocchina ma pure lui cresciuto a Molenbeek, il quartiere di Bruxelles diventato tristemente noto in questi giorni per la provenienza di tanti terroristi, il 28enne compare in alcuni video dello Stato Islamico girati in Siria. In uno dei più atroci, guida un 4x4 che trascina i cadaveri di alcuni uomini appena giustiziati. Nei giorni scorsi è stato dipinto come uno dei maggiori punti di riferimento dell’Isis per l’Europa, legato ad alcuni attacchi terroristici che hanno minacciato Francia e Belgio in questi due anni, come quello che quest’estate venne sventato sul treno veloce Amsterdam-Parigi. Pochi mesi fa, era stato anche condannato per essere uno dei capi della cellula terroristica di Verviers, sgominata in Francia all’indomani della strage di Charlie Hebdo.

 

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La rottura con la famiglia. Abdelhamid però era sempre riuscito a scappare, passando dal Belgio alla Grecia e andando spesso in Siria. Dove ha per altro portato anche il fratello di 13 anni Younes. «Stiamo pregando affinché Abdelhamid sia davvero morto», dissero la scorsa primavera i suoi famigliari in Belgio, quando circolò la notizia che fosse rimasto vittima della guerra in Siria. I rapporti con suo padre, musulmano pure lui ma mai intenzionato ad abbracciare la strada del fondamentalismo, si erano congelati dopo la latitanza e, ancor di più, dopo la partenza del fratello minore: «Non ce la faccio più. Sto prendendo delle medicine. [Abaaoud] ha distrutto le nostre famiglie. Non voglio vederlo mai più», disse l’uomo in un’intervista al New York Times.

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