Reja, un altro capolavoro Gomez top, Sportiello in Nazionale
È proprio vero: quando l’Atalanta fa l’Atalanta e gioca come ha giocato oggi pomeriggio a Roma, non ce n’è per nessuno. Né per gli avversari, che i nerazzurri hanno piombato in una crisi nerissima (cinque giorni dopo la batosta di Barcellona), né per la jella, che alla vigilia della partita si era accanita contro la Dea causa infortuni in serie, né per un arbitro inetto come Calvarese, che ha espulso Stendardo prendendo fischi per fiaschi.
Dopo la sconfitta interna con il Toro, figlia della presunzione e di un approccio sbagliato all’incontro, Reja ha serrato i ranghi, i giocatori hanno capito l’antifona e il colpo di Roma ha prepotentemente rilanciato le ambizioni europee del club di Percassi. Perché il messaggio che arriva dall’Olimpico è forte e chiaro: se, pur ridotta in nove nel finale, l’Atalanta è stata capace di passare sul campo di una delle pretendenti allo scudetto, con il piglio e l’autorità che ne hanno contraddistinto la prova odierna, sarebbe un delitto non assecondarne le ambizioni.
L’ex laziale Reja proprio contro la Roma ha firmato un altro capolavoro. Non loderemo mai abbastanza l'acume tattico e il coraggio del veterano dei nostri allenatori che a Garcia ha impartito una severa lezione di calcio.
Il signore goriziano non ha snaturato lo spirito del gioco offensivo trasmesso alla squadra dall’inizio della stagione, riproponendo il 4-3-3 nonostante l’emergenza infortuni e il forfait in extremis di Pinilla. I giocatori l’hanno ripagato con una prova eccellente. In difesa, ancora una volta Sportiello ha confermato meritare la Nazionale; Stendardo e Paletta hanno alzato il muro contro il quale Dzeko e Iturbe sono andati sistematicamente a sbattere. A centrocampo, l’anima atalantina di Raimondi ha giganteggiato e abbiamo rivisto Cigarini sui livelli cui ci aveva abituato. In attacco la stella è Gomez, la freccia è Moralez, l’acuto è arrivato da Denis, al gol numero 54 in maglia nerazzurra, che gli ha fruttato il record assoluto, già consegnato ai 108 anni di storia nerazzurra.
Bergamo Post l’aveva detto dopo il ko con il Torino: è stata una sconfitta salutare. Tanto quanto la vittoria sulla Roma è davvero un’impresa stellare.