Gaza, è iniziato il ritiro delle truppe
Israele inizia a ritirare le truppe da Gaza. Si tratta di una decisione unilterale, presa dal governo Netanyahu, dacché è previsto, «entro le 24 ore», il completamento della distruzione dei tunnel. «Le nostre forze stanno completando la neutralizzazione dei tunnel a Gaza. L’esercito israeliano continuerà ad agire a tutta forza fino al completamento della sua missione», ha spiegato il premier israeliano Benyamin Netanyahu, aggiungendo che l’esercito «si dislocherà secondo le esigenze di sicurezza». «Chiederemo che ogni ricostruzione e sviluppo di Gaza - ha poi sottolineato - sia legata al disarmo di Hamas e alla smilitarizzazione della Striscia».
Il ritiro delle truppe, nell'«interesse di Israele». Il ritiro delle truppe israeliane è iniziato a Bait Lahiya e Beit Hanoun, zone della Striscia dove sono stati più intensi i combattimenti. Un arretramento che le porta a poche centinaia di metri dal confine. Il ministro della Giustizia Tzipi Livni ha spiegato che «la scelta presa è di garantire la sicurezza di Israele senza fare accordi con Hamas, ma solo sulla base della nostra deterrenza». Il ritiro avverrà «nell'interesse di Israele». Continua Livni: «In qualsiasi caso ogni terrorista resta per noi un obiettivo». Hamas non deve credere di poter tornare ad operare liberamente in superficie.
Hamas è «pronta a continuare a combattere». La notizia di un ritiro unilaterale di Israele dalla Striscia non «impegna» a nulla Hamas. Così il portavoce dell’organizzazione Sami Abu Zuhri, citato dall’agenzia palestinese Maan, che ha sottolineato: «Hamas è pronta a continuare a combattere se necessario», ma si regolerà a seconda di quello che succederà sul terreno.
Niente tregua, «Israele opera in modo unilaterale». Nel frattempo al Cairo è arrivata la delegazione palestinese per discutere di una tregua che Israele rifiuta: «Non manderemo alcuna delegazione al Cairo - dicono i portavoce - operiamo in maniera unilaterale a Gaza».
La svolta del governo Netanyahu è stata decisa a seguito di quanto avvenuto nella giornata del 1 agosto, quando Hamas ha dato corso ad un attentato kamikaze in cui sono morti due soldati israeliani (il maggiore Benaya Sarel, 26 anni, e il soldato Liel Gidoni, 20) e rapito il soldato Hadar Goldin (23 anni), provocando l'immediata interruzione della tregua umanitaria iniziata alle ore 8 (7 ora italiana) della mattina.
Il rapimento del soldato israeliano. Nella giornata del 1 agosto, secondo un portavoce militare, nella zona Kerem Shalom, dietro le linee israeliane a Rafah, un kamikaze palestinese si è fatto esplodere, provocando la morte di due soldati israeliani. Il gesto dell'«attentatore suicida» ha provocato «uno scontro vicino ad un tunnel», durante il quale un ufficiale israeliano - Hadar Godlin, 23 anni - sarebbe stato rapito.
I dirigenti di Hamas avevano negato e accusato Tel Aviv di usare l’argomento come scusa per intensificare gli attacchi. Il sindaco di Rafah, Sobhi Radwan, parla di «vero genocidio». La conferma della cattura del militare israeliano era poi arrivata dalle Brigate Al-Qassam, l’ala militare di Hamas: «Non c’è stata alcuna presenza militare israeliana nella parte orientale di Rafah negli ultimi 20 giorni, ma non appena il cessate il fuoco è stato annunciato, intorno alle 2 del mattino sono iniziati i movimenti israeliani». Gli ultimi aggiornamenti forniscono una versione ancora differente: Hamas sostiene che il soldato scomparso sia morto sotto un bombardamento israeliano.
Il bilancio dei morti e dei feriti. Dopo 24 giorni di conflitto il bilancio delle vittime è di oltre 1400 palestinesi uccisi e 61 soldati israeliani morti.