Il primo vero flop della Pixar
A 20 anni dall’uscita nella sale del suo primo lungometraggio d’animazione, cioè Toy Story, la Pixar sta rischiando di andare incontro a un vero e proprio flop cinematografico. Colpa, se così si può dire, de Il Viaggio di Arlo, cartone animato uscito nelle sale americane e italiane il 25 novembre e, al momento, classificabile come primo grande epocale flop della casa di produzione cinematografica nata dalla mente geniale di Steve Jobs. Stando alle cifre ufficiali, fino ad ora l’ultimo film della Pixar ha incassato, in tutto il mondo, poco più di 131 milioni di dollari, con previsioni su scala globale che parlano di un incasso massimo stimato sui 350, massimo 400 milioni di dollari. Se così fosse, Il Viaggio di Arlo potrebbe tramutarsi nel più deludente incasso Pixar di sempre, dietro persino A Bug's Life, film del 1998 fermatosi poco oltre quota 363 milioni di dollari e, ad oggi, considerato anche uno dei peggiori film della casa di produzione.
L'avvilente confronto con Inside Out. Sicuramente alla Pixar speravano in un finale diverso, visto anche l’importante esborso economico e di personale che c’è stato per la realizzazione del film. In termini di denaro, Il Viaggio di Arlo è costato 200 milioni di dollari per la produzione e almeno altri 150 di marketing. Le previsioni parlavano di un tetto minimo di 500 milioni di incassi al botteghino perché si potesse parlare di risultato soddisfacente, cifra al momento neppure sfiorata. L’ultima speranza in casa Pixar è che Il Viaggio di Arlo regga nelle sale almeno fino a Natale, quando solitamente i cinema aumentano il numero di spettatori. Quest’anno, infatti, non è prevista concorrenza animata, escludendo Alvin Superstar 3, unico lungometraggio che potrebbe interessare la stessa fascia di pubblico del film Pixar e in uscita il 18 dicembre. A preoccupare particolarmente la casa di produzione inglobata nel 2006 dalla Disney, però, è il flop a cui è andato incontro il film in America, dove ha raccolto appena 76 milioni di dollari con un vero e proprio crollo di affluenza del pubblico nella seconda settimana, dove gli spettatori sono scesi addirittura del 61 percento.
Va però detto che Il Viaggio di Arlo ha ancora delle cartucce da sparare, in particolare la sua uscita (non ancora avvenuta) in mercati cinematografici solitamente assai proficui per la Pixar, ovvero quello giapponese, quello coreano e quello brasiliano. In Cina, invece, non si sa ancora se il film uscirà mai. Sarebbe un autogol non da poco, visto che il mercato cinese si è rivelato il più lucroso del 2015 in termini cinematografici. Il 60 percento del mercato mondiale, però, è già stato coperto e se tanto ci dà tanto… Fortunatamente per la casa di produzione guidata da Ed Catmull e John Lasseter, quest’anno ad aver tenuto alto il nome Pixar ci ha pensato Inside Out, film che ha fatto il botto un po’ dappertutto e che ha portato nelle loro tasche ben 851 milioni e 600mila dollari, quota che l’ha reso il terzo lungometraggio Pixar di sempre in termini di incassi, dietro solamente a Toy Story 3 (oltre 1 miliardo di dollari) e Alla ricerca di Nemo (oltre 895 milioni di dollari).
Film nato sotto una cattiva stella. Nel 2015, per la prima volta dal 1995, la Pixar s’è trovata costretta a mettere sul mercato cinematografico due suoi film. Non una scelta voluta, ma necessaria visti i ritardi di produzione che hanno colpito Il Viaggio di Arlo. Da sempre, infatti, la Pixar ha puntato sulla qualità piuttosto che sulla quantità, prendendosi tutto il tempo necessario per la realizzazione dei propri film e creando anche quel pizzico di suspance nei fan che non nuoce certamente al botteghino, piccola spinta di cui non ha potuto godere Il Viaggio di Arlo, uscito nelle sale pochi mesi dopo il boom di Inside Out. Ma del resto questo film è parso, sin da subito, nato sotto una cattiva stella. La sua uscita fu annunciata nel giugno 2011 per il novembre del 2013. Il regista del film avrebbe dovuto essere Bob Peterson, che da tempo desiderava realizzare un film animato con protagonisti dei dinosauri, sua grande passione.
Immediatamente, però, sorsero diverse divergenze di vedute per quanto riguardava la sceneggiatura del film tra Peterson e Walker, regista e produttore dell’opera, e i vertici Pixar. Si arrivò così all’estate del 2013, quando la casa di produzione annunciò lo slittamento dell’uscita de Il Viaggio di Arlo al maggio 2014 e soprattutto la rimozione dal progetto di Peterson e Walker. La regia fu affidata a Peter Sohn, che con la produttrice Denise Ream sconvolse la trama e sostituì praticamente in toto il cast, tenendo solo un membro di quello originale. Per permettere a Sohn di lavorare con maggior calma al film, la data di uscita fu nuovamente posticipata al novembre 2015. Davanti a tutti questi continui cambi di rotta e imprevisti, non stupisce che Il Viaggio di Arlo risulti uno dei film meno incisivi della Pixar. Sebbene la trama abbia spunti interessanti (ad esempio il ribaltamento dei ruoli umani-animali: i dinosauri parlano e gestiscono attività, gli esseri umani si esprimono a grugniti e sopravvivono), la storia risulta poco fluida e poco godibile a dispetto dei film in precedenti, su tutti Inside Out, che essendo uscito nelle sale pochi mesi prima è il vero metro con cui gli spettatori hanno valutato Il Viaggio di Arlo. Nonostante ciò restano pregevoli i lavori di riproduzione delle ambientazioni naturali resi possibili dall’opera certosina dei tecnici Pixar.