«Gh'era öna ólta ól Nedàl»: 10 frasi bergamasche sul Natale
Non c'è più il Natale di una volta. E meno male, verrebbe da dire. Il mondo incantato fatto di soffici coltri nevose e pranzi rustici torna nei ricordi
Non c'è più il Natale di una volta. E meno male, verrebbe da dire. Il mondo incantato fatto di soffici coltri nevose, idilliache atmosfere familiari e pranzi rustici e sobri ma gustosi si sgretola di fronte ai ricordi di chi l'ha vissuto davvero. Era così bella la festività dei tempi andati? È così squallida quello di adesso? Ci sarebbe da discuterne. Intanto, Buon Natale.
IL TEMPO METEOROLOGICO
1) A l'fàa frècc e gh'éra la niv
La prima mitologia è sicuramente legata al tempo meteorologico. Sarà il surriscaldamento del globo? Sarà la memoria che abbellisce i ricordi? Di fatto il Natale del passato è sempre bianco. [Trad: Faceva freddo e c'era la neve]
I REGALI
2) Negót de regài, gh'éra nus e castègne
Brusca affermazione di chi rimembra un mondo in cui la parola “regalo” aveva un retrogusto favolistico se non peccaminoso. Ci pensavano gli alberi a donare quello che potevano. [Trad: Nessun regalo, c'erano noci e castagne]
3) Se te séret brào i te dàa ól pà co' l'öa
Antesignano ruspante dell'ormai tradizionale panettone e del pandoro, ancora più sofisticato, il pane con l'uvetta era un dessert tanto prelibato da diventare proverbiale: “Te l'dó me ól pà co' l'öa”. Però non era una promessa, ma una minaccia. [Trad: Se facevi il bravo ti davano il pane con l'uva]
4) Du tòch de coertù sóta i sàcoi
Le calzature dell'epoca erano di legno e risuonavano sui pavimenti in cotto o sul selciato delle strade. Per un comfort superiore, si provvedeva a questa lussuosa modifica. [Trad: Due pezzi di gomma sotto gli zoccoli]
LA TELEVISIONE
5) Pòta a m's'éra in növ, a m'ghe ardàa al me póer pàder
Quando le famiglie erano così numerose, i membri delle stesse costituivano l'uno per l'altro l'unica fonte di intrattenimento serale. E l'aggettivo riferito al padre, oltre che accertarne lo stato di defunto, ne descrive le ambasce esistenziali. [Trad: Póta, eravamo in nove e guardavamo il mio povero padre]
IL PRANZO DI NATALE
6) Nóter mi stàa bé, a mesdé a m' mangiàa ol pulì
C'era un orgoglio nell'essere un po' meno misero degli altri. La differenza la faceva allora il tacchino, principesco protagonista della tavola natalizia di chi “stava bene”. [Trad: Noi stavamo bene e a mezzogiorno mangiavamo il tacchino]
LE TRADIZIONI
7) L'albero l'è riàt dòpo
C'è un misterioso “prima”, avvolto dalle nubi dell'oblio, e c'è un dopo che coincide con il nostro presente. Di quest'ultimo lasso temporale fa parte l'albero di Natale, per certi versi estraneo alle nostre radici. [Trad: L'albero è arrivato dopo]
LA RELIGIONE
8) A m'ispetàa la mèsa per vèd ól murusì
La religiosità un po' cupa e rigorosa dei tempi andati non era poi così cupa. E le vispe nonnine di oggi ricordano con un guizzo negli occhi le innocenti scappatelle di allora. [Trad: Aspettavamo la messa (di mezzanotte) per vedere il fidanzato]
9) Adèss i fà mia la mèssa perchè gh'è mia i précc
I preti come risorsa abbondante sì, ma non inesauribile. Persino nella nostra enclave cattolica cominciano a scarseggiare. E le nonnine devono fare chilometri per andare ala messa di mezzanotte. [Trad: Adesso non fanno la messa perché sono finiti i preti]
IN CONCLUSIONE
10) Öna ólta ghe n'éra mia, incö ghe n'è fina tròp
La nostra leggendaria saggezza sintetizza in questa equilibrata constatazione la vanità del “si stava meglio quando si stava peggio”. In fondo è vero che “ól tròp a l'istropèsa”, ma la miseria non è mai una compagnia piacevole. [Trad: Una volta non ce n'era, oggi ce n'è fin troppo]
belle parole,ricordano la nostra infanzia,i nonni e tutte quelle persone oneste e sagge che componevano la nostra società Bergamasca,grazie è un bel regalo.
Pöer bergamasc, an sè in via d' estinsiù nöter, öl nòst dialèt e i nòste tradisiù. Ü bù nedàl a töcc, stì sö alégher
Il Natale dell'era moderna, non è Natale. Il Natale di una volta, era condivisione, aggregazione, sentimento. Ora è solo, ostentazione, consumismo. Ricordo i Natali, in 10 intorno ad una piccola tavola, in una cucina, riscaldata da una semplice stufa stufa. Che bello, che ricordi. Ora, è Natale tutti giorni. Non lo amo più. Si ha TUTTO, sempre.